San Benedetto dei Marsi. “Tutti i nostri sacrifici e tutta la nostra passione sono svaniti in un secondo. Perdiamo un pezzo di cuore ed un pezzo della nostra storia. Oggi più che mai siamo convinti della bontà delle nostre azioni e del nostro operato ma anche del fallimento delle chiacchiere da salotto”.
Ma anche “Abbiamo detto e ridetto “siamo modello, l’Abruzzo è modello”… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini”.
In Abruzzo la contraddizione e il dramma identitario è in queste due frasi: la prima del Comune di Villalago con un post su Facebook in merito all’uccisione dell’orsa Amarena, che aveva trovato nel paesino di poco più di 400 abitanti, arroccato sulle Gole del Sagittario, un luogo sicuro per scendere dal monte Argatone e cercare ciliegie. La del seconda direttore del Parco Nazionale Pnalm, Luciano Sammarone.
Amarena aveva riconfermato Villalago come suo luogo d’elezione anche per la cucciolata di 2 esemplari di quest’anno, con la quale è venuta allo scoperto a maggio, destando di nuovo scalpore per la sua prolificità, dato che si era resa nota al mondo nella primavera-estate 2020, sempre a Villalago, con i suoi 4 cuccioli, di cui uno, Juan Carrito, il più confidente e il più noto sui social, è rimasto ucciso investito da un’auto a gennaio.
Dalla sensibilità di Villalago, con ordinanze protettive contro l’impatto turistico derivato al borgo, grazie alle frotte di fotografi e curiosi anche dall’estero, ai cervi superstar di Villetta Barrea, i grifoni del Velino, l’Abruzzo, “regione dei parchi”, tra cittadini orgogliosi di appartenere ad un territorio dalla natura indomita, “polmone verde” d’Italia, si ritrova allo stesso tempo in difficoltà nella gestione dei rapporti interspecifici di confidenza con la fauna selvatica, difficoltà che sono degenerate nel tempo.
A maggio l’avvelenamento in zone di pascolo di 14 animali tra lupi, grifoni, corvi imperiali a Cocullo, corridoio naturale tra il Pnalm e il Parco regionale Sirente Velino, parco che ha subito delle riduzioni di perimetro con numerose polemiche, come gli incendi sul Morrone. Poi la discesa a valle dei lupi nel pescarese, con l’episodio eclatante della lupa solitaria di Vasto. A questo si deve aggiunge la richiesta di ampliamento degli impianti sciistici contestati dagli ambientalisti sia per i cambiamenti climatici che per motivi di protezione ambientale.