Capistrello. Discarica abusiva a cielo aperto a Fonte Matteo, il Comune di Capistrello fa ripulire la zona e chiede la collaborazione dei residenti nel rispetto dell’ambiente. Una cittadina, Persia Maria Rita, si rivolge all’amministrazione lamentando la presenza di materiale edile vicino alla sua abitazione.
“Oggi ho letto un articolo col quale il comune di Capistrello”, ha dichiarato Persia, “dove abito, lamenta di essere stato costretto, per l’ennesima volta, ad intervenire per ripulire la zona di Fonte Matteo, un’area dove le discariche abusive sono un problema che si ripresenta puntuale senza una soluzione definitiva.
Ho letto che l’amministrazione ritiene quella zona un luogo di inestimabile valore paesaggistico e ambientale, un pezzo di patrimonio da tutelare e rispettare. Per questo gli amministratori condannano l’abbandono dei rifiuti che deturpano il paesaggio e diventano un rischio per la salute pubblica. Fin qui, tutto bene. Come non essere d’accordo?
Ma la cosa che mi ha fatto sobbalzare è leggere che questa amministrazione ritiene imperativo che noi cittadini dobbiamo prendere coscienza delle conseguenze economiche di tali comportamenti. Per questo, secondo loro, è necessario collaborare per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in modo da preservare la bellezza del nostro territorio.
Dicono che insieme possiamo fare la differenza, che ogni piccolo gesto conta, che gettare i rifiuti negli appositi contenitori, partecipare alle iniziative di pulizia organizzate dal comune, educare i propri figli a rispettare l’ambiente sono azioni semplici ma potenti che creano cultura e rispetto verso l’ambiente.
Quanti paroloni sul rispetto dell’ambiente, sulla responsabilità, sul senso civico, quando si tratta di farsi belli sulla stampa. Le cose però stanno diversamente, e chi scrive lo sa molto bene, perché sono due mesi che chiedo al Sindaco, al Vice Sindaco, agli Assessori, all’Ufficio tecnico e ai Vigili Urbani, di far rispettare tutti quei bei valori di cui si riempiono la bocca, ma tutti fanno orecchi da mercante.
Da due mesi segnalo la presenza di una discarica abusiva di materiali di risulta da demolizioni. Materiali gettati all’aperto, senza alcun rispetto delle normative circa il trattamento e lo smaltimento. Ma lo sgomento diventa rabbia quando mi vedo arrivare la polizia locale sulla mia proprietà.
Siamo a lunedì 5 giugno di quest’anno. I solerti agenti, senza un’oggettiva ragione plausibile, si sono presentati al mio domicilio per contestare il presunto irregolare parcheggio della mia auto, ferma su uno spazio di mia proprietà. Ancora convalescente da un’operazione chirurgica, fui costretta a ricorrere alle cure mediche domiciliari per lo stress emotivo causato da quell’inaspettata circostanza.
Scrissi al Sindaco per informarlo dell’inspiegabile intemerata dei vigili. Mi sono chiesta chi li avesse mandati, e perché, dopo essersi presentati a casa mia, non rilevarono il cospicuo cumulo di calcinacci e materiali di risulta provenienti da lavori di ristrutturazione in corso, tuttora abbandonati ed esposti fino al mese scorso al dilavamento delle piogge. Oggi invece si respira solo polvere di calcinacci.
Non sta certo a me ricordare al Sindaco, in quanto massima autorità sanitaria sul territorio comunale, che i rifiuti provenienti da demolizioni e ristrutturazioni sono classificati come rifiuti speciali, ma a quanto pare, l’impegno che l’amministrazione richiede ai cittadini, dopo la ripulitura di Fonte Matteo, non si applica a via Coste, nel centro storico del paese, né pare interessare l’amministrazione stessa.
In pieno centro storico, i calcinacci possono giacere tranquillamente, mica deturpano il paesaggio! Mica inquinano! L’urgenza, completamente disattesa, di ripristinare una situazione di legalità dal punto di vista sanitario, dopo solleciti e lettere, mostra platealmente il profondo livello di ipocrisia che permea la politica degli amici. Altro che politica del fare, a me pare solo, politica del fare come vi pare.
Alla faccia della democrazia e della legalità, e delle regole che tanto vengono decantate quando sono gli altri che le devono rispettare. Quando invece tocca a chi amministra dare il buon esempio, l’assunto non vale più. Parafrasando De André, si sa che certi amministratori danno buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, specie se non possono dare il cattivo esempio”.
Firmato
Persia Maria Rita