Capistrello. Nel fine settimana appena passato, nella piazza della Chiesa di Pescocanale, è stato realizzato, nell’ambito del progetto “Pescocanale, cuore pulsante e valigia di cartone”, il primo di una serie di cinque Murales.
Il tema degli allestimenti, realizzati dall’artista Mauro Sgarbi e dai suoi colleghi dell’associazione Up2Artist con il supporto della società Integrated Solution srl, dell’associazione Lenatorte e con il patrocinio del Comune di Capistrello, riprende quello già affrontato con la realizzazione della “Scalinata Amara e Bella” allestita nel corso del 2022, e di integra con il murales già presente sul territorio dal 1996 e restaurato lo scorso anno, avente medesimo tema.
Obiettivo di questo progetto è ricordare e celebrare con allestimenti artistici, con murales da realizzare sulle facciate delle vecchie case, nella parte più vecchia del paese, il tema dell’emigrazione, del lavoro e della partenza. Fare nuovamente, in collegamento con il passato, di questo paese un luogo di confine tra la nostra emigrazione dimenticata e le nuove emigrazioni che non vogliamo vedere.
L’idea è quella di utilizzare il linguaggio semplice e diretto della street art, attraverso immagini moderne e utilizzando grafiche fumettistiche, per parlare in modo più leggero di un passato e di un presente drammatico. L’intento è quello di parlare di questi temi importanti in modo lieve e delicato.
Fare di queste mura delle tele che accendano una fiammella di luce. Ricordare chi eravamo per migliorare chi siamo. Eravamo speranza e amore, sogni e disperazione, eravamo un cuore pulsante e una valigia di cartone
Il primo murales, dal titolo “Dishuman Island” è immagine a più fuochi. Sulla destra lo sfondo è rappresentato dalle nostre montagne, da un campanile che vuole identificare l’appartenenza a piccole realtà rurali. Sulla sinistra compare una serie indefinita di neri palazzi di New York. In primo piano, come in una scena realizzata in “piano sequenza” è rappresentata la malinconia della partenza, l’arrivo a Ellis Island e la successiva disumanizzazione del migrante che diventa bestia da lavoro, ma conserva vivo e pulsante nel cuore la nostalgia e l’amore per la propria terra nativa.
Nelle prossime settimane gli allestimenti proseguiranno con le ulteriori e già previste realizzazioni.
Per ora si ringraziano tutti gli attori che stanno permettendo la realizzazione del progetto, inclusi, ovviamente, i proprietari delle facciate delle case che con entusiasmo hanno accolto e sostenuto l’iniziativa.