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“Liberi di scegliere o la scuola di Luco rischia di svuotarsi”: l’appello dei genitori

Giada Salvati di Giada Salvati
8 Luglio 2023
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Luco dei Marsi. I genitori degli alunni dell’Istituto comprensivo I. Silone di Luco dei Marsi sono preoccupati per le scelte della dirigente scolastica, che ha visto l’ingresso nel mese di settembre 2022. Proprio per questo hanno deciso di raccontare quanto accaduto e lanciare un appello sentito al mondo della scuola.

“Fino ad allora, l’organizzazione del tempo scuola per la scuola primaria era articolato in 30 ore settimanali”, hanno spiegato i genitori, “con un orario dalle 8:10 alle 13:10 e con un rientro pomeridiano dalle 14:10 alle 17:10. Molti genitori, sia chi ha dovuto iscrivere i propri figli per la prima volta alla scuola primaria, sia chi ha dovuto rinnovarne l’iscrizione alle classi successive, preso atto dell’offerta formativa proposta, hanno deciso di riporre la loro fiducia nella scuola suddetta e di affidare ad essa l’istruzione dei propri figli.

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Solo nel corso dell’anno scolastico appena trascorso, e quindi dopo il 31 gennaio 2023, data rappresentativa per noi genitori in quanto, come ricordiamo, rappresenta il termine ultimo per le iscrizioni dei propri figli presso qualsiasi istituto, sono iniziate a trapelare indiscrezioni riguardanti la modifica del tempo scuola che comporteranno l’abolizione della mensa scolastica e la modifica dell’orario per gli anni a venire senza alcuna valida motivazione.

“Il tutto, però, non è mai stato reso ufficiale, se non verso la fine del mese di maggio 2023, quando con scadenza al 30 maggio, è stato distribuito unicamente alle classi prime e seconde e solo qualche giorno prima della scadenza fissata, un questionario da redigere in forma anonima avente ad oggetto “Sondaggio tempo scuola as. 2023/2024” contenente una proposta che prevedeva la scelta tra le seguenti due opzioni. Opzione 1: lunedì, mercoledì e venerdì orario 08-14; martedì e giovedì orario ore 08-13. Opzione 2: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì orario 08-14. Ovviamente, quando si dice unicamente alle classi prime e seconde, si intende anche che, oltre a non aver informato le classi che si trovano nelle fasi terminali del primo ciclo di istruzione, la cosa non è stata di fatto resa nota a chi invece, a scuola deve ancora entrare e che nella domanda di iscrizione del proprio figlio si trova ancora esplicitato il tempo scuola come proposto a gennaio 2023.

A settembre riceveranno l’amara sorpresa. Tra gli altri, c’è chi ha accettato semplicemente e non con poca rassegnazione la decisione della scuola, chi, invece, sta lavorando da settimane affinché tutto possa essere ripristinato. Quest’ultimi hanno tentato, invano, di essere ricevuti dalla Dirigente, riuscendo ad ottenere solo un incontro in data 13 giugno 2023 con la vicepreside dottoressa R.P., la quale ha illustrato a grandi linee le motivazioni addotte dalla dirigente per le modifiche apportate all’organizzazione del tempo scuola del prossimo as. 2023/2024. Si è proceduto all’invio di diverse Pec, chiedendo l’annullamento del sondaggio su esposto, in quanto proposto frettolosamente e senza indicare, tra le altre opzioni, il tempo scuola attualmente in uso.

Ma non solo, si è chiesto anche un incontro congiunto con il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale dell’Aquila ed anche con l’amministrazione comunale, che sarebbe la prima ad essere coinvolta nell’interruzione del servizio mensa con il rischio di dover assumersi la responsabilità anche economica per il mancato rispetto dei tempi e delle modalità di gestione del servizio previsti nella gara d’appalto, essendo, la stessa, attore principale nella stipula dei contratti con le società di erogazione del servizio.

Contestualmente si è avviata una petizione dal titolo “Giù le mani dalla mensa: finalmente libere di scegliere”. Questa nasceva con l’unico obiettivo di dare voce ad ogni genitore luchese, proponendo numerose scelte e ripartizioni delle 30 ore settimanali associate al tempo scuola attualmente attivo nel nostro istituto, perché, ricordiamo, con il Dpr 275/1999 per l’autonomia scolastica “Sentite le esigenze della popolazione” si lascia ad ogni istituto la possibilità di ripartire le ore nel modo più confacente a queste ultime.

Sono state raccolte circa 250 firme, ma sarebbero state molte di più considerando che la petizione ha avuto tempi brevi, per cercare di fare arrivare le nostre idee all’ultimo consiglio dell’anno scolastico in corso che ha avuto luogo il 30 giugno 2023. La stessa è stata poi recapitata sia alla dirigente, sia agli altri organi collegiali ed amministrativi, ma la nostra voce è rimasta inascoltata.

Si vuole sottolineare che, tra le altre, nella petizione, si evince una chiara necessità delle famiglie per la riattivazione del tempo a 40 ore settimanali, corrispondenti al tempo pieno; questo perché sono cambiate le esigenze e sono cambiati i ruoli nell’assetto familiare: oggi, nella maggior parte dei nuclei, entrambi i genitori lavorano ed è sempre più difficile stare dietro all’educazione dei figli, sempre più complessa ed articolata. Ci sentiamo oggi di combattere da soli per quelli che sono diritti nostri e dei nostri figli, le nostre idee restano inespresse e la nostra voce viene zittita a favore di quella di chi dice “oramai è stato deciso”.

Ciò che più ci preoccupa è l’idea di non poter garantire un’istruzione adeguata ai nostri figli e riteniamo che l’orario proposto dalla scuola possa nuocervi. Terminare le lezioni alle ore 14 per un bambino delle elementari significa, di conseguenza, terminare il pasto alle ore 15:30 ed oltre, considerando che successivamente all’ora del pranzo è chiamato a svolgere il “proprio dovere” con i compiti a casa. Ciò porterebbe solo a sconvolgere i ritmi biologici dei bambini, per non parlare del fatto che, in questo modo, sarebbe impossibile praticare qualsiasi attività extrascolastica ludica o educativa.

Dappertutto si vedono campagne di sensibilizzazione per la popolazione, tutta, allo svolgimento di attività sportive ed ora noi ci troviamo allontanati da queste possibilità. È da tenere in considerazione anche che molte famiglie, ignare, visto l’aumento dei costi, hanno ben pensato di fare scorte di buoni per gli anni a venire, anche in previsione dell’ingresso alla primaria di secondi e terzi figli. Ora, chi le aiuterà a rientrare nella spesa? Ciò che ci inquieta è come certe decisioni possano essere prese senza il nostro coinvolgimento.

Di fatto, quella relativa al prossimo orario non è una nostra preferenza, ma una chiara imposizione. Non permettendoci di scegliere per la futura educazione dei nostri figli, noi genitori ci sentiamo delusi, amareggiati e defraudati di un nostro diritto e dovere in risposta al nostro ruolo di tutori ed educatori. Cosa che riteniamo ancora più grave è il fatto che la dirigente scolastica affermi di non considerare il tempo mensa come tempo/attività scolastica. Per citarla, su uno dei verbali del consiglio d’istituto riporta chiaramente “….il tempo sottratto alla didattica non è solo l’ora del pasto, ma va aggiunto anche il tempo della raccolta di buoni pasto sia da parte dei docenti, sia dei collaboratori scolastici….”

A tal proposito occorre ricordare la circolare del Miur 2270 del 9.12.2019 laddove, richiamandosi alla sentenza della Corte di cassazione n. 20504 del 30 luglio 2019 che stabilisce che la mensa è parte del progetto formativo ed ha l’intento di educazione ad una sana alimentazione, ma anche di socializzazione, viene affermato in maniera chiara che “….Omissis…..il tempo curricolare comprende, unitamente alle attività propriamente disciplinari, attività formative in queste integrate, tra le quali rientrano inequivocabilmente quelle dedicate alla consumazione del pasto a scuola.

Pertanto, essendo il tempo dedicato alla refezione scolastica ricondotto nell’alveo del tempo scuola, ne deriva la necessità che le istituzioni scolastiche lo considerino a tutti gli effetti parte integrante, e caratterizzante, della proposta formativa che, in ogni sua articolazione, presentano alle famiglie e che queste accettano al momento dell’esercizio del diritto di scelta educativa. In particolare, le istituzioni scolastiche garantiranno il raccordo con gli enti locali, titolari dell’erogazione del servizio di ristorazione scolastica, e con le aziende sanitarie locali, competenti in merito agli aspetti igienicosanitari e di sicurezza alimentare”.

Sono queste le motivazioni, tra l’altro già evidenziate in una delle varie Pec inviate agli enti ed organi citati, per le quali molti di noi si stanno, già oggi, dirigendo verso istituti limitrofi, i quali, oltre ad un’offerta formativa allettante, sono strutturati in modo da mettere a disposizione molteplici attività laboratoriali e sportive. Tutto ciò porterà inevitabilmente ad un aumento delle richieste di nullaosta, avendo già avuto riscontri positivi dalle scuole della zona.

Siamo certi che questi “molti”, purtroppo, non saranno gli ultimi, poiché sta crescendo il malcontento dei genitori che non si trovano soddisfatti per le scelte operate dalla scuola e, pertanto, si sentono oggi, contrariamente a quanto succedeva fino allo scorso gennaio, totalmente, irreparabilmente scoraggiati. Quello che temevano sta succedendo…il nostro istituto che è sempre stato un fiore all’occhiello del nostro paese, un vanto, andrà lentamente a morire”, concludono.

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