L’Avezzano vuole sognare in grande. Ora che sono tornati in Serie D, i biancoverdi sperano di approdare quanto prima in terza divisione per raggiungere poi il sogno di una vita: la promozione in Serie B, mai raggiunta nella storia del club. Considerando che il Pescara è l’unica squadra abruzzese che ha calcato i campi della Serie A, non sorprende apprendere che le altre realtà locali della regione non abbiano goduto di troppa fortuna nel tempo. Al momento, quindi, la Serie D costituisce la dimensione ideale per i Marsicani, che comunque vantavano già qualche trascorso in questo campionato, nato ufficialmente nel 1948, quando fu riformata la Serie C.
Su volontà del presidente della FIGC Ottorino Barassi il sistema calcistico italiano fu resettato. Dopo una serie infinita di modifiche ai vari campionati, solo nel 1959 vide effettivamente la luce una Serie D, che dopo la divisione della Serie C in C1 e C2 divenne la quinta divisione italiana, per poi essere trasformata nel Campionato Interregionale ed essere gestita dalla Lega Nazionale Dilettanti. All’inizio degli anni ’90 il campionato arrivò a contare 162 squadre distribuite in 9 gironi e solo alla fine del decennio riprese ad assumere la denominazione ufficiale di Serie D. Dal 2014, dopo la riforma della Lega Pro, la Serie D rappresenta la quarta divisione del calcio nostrano.
I vari gironi vengono stabiliti semplicemente su base geografica. Se a fine stagione due o più squadre arrivano a pari punti si fa affidamento alla classifica avulsa, ma se si deve decidere il primato della graduatoria si arriva a disputare un vero e proprio spareggio per la vittoria del campionato. Solo le squadre che si piazzano al primo posto nelle classifiche di Serie D ottengono di diritto la promozione in Serie C e partecipano alla cosiddetta fase dello Scudetto Serie D per il titolo di Campione d’Italia della Lega Nazionale Dilettanti. Anche le altre compagini meglio piazzate, però, possono conservare qualche speranza di promozione, giocando degli appositi playoff: chi vince può prendere il posto di una di quelle squadre che per una qualsiasi ragione non riescono ad iscriversi al successivo campionato di Serie C.
Le vincitrici dei 9 gironi si ritrovano a fine annata in 3 nuovi gironi, nei quali dovranno disputare 2 partite: una in casa e l’altra fuori. A quel punto, le 3 squadre che avranno superato anche questa fase accederanno a delle semifinali insieme alla migliore seconda. Chi vincerà la finale, che non contempla l’ipotesi dei tempi supplementari, si aggiudicherà il titolo. Nei playoff e nei playout, invece, la squadra che vantava il miglior posizionamento in classifica giocherà tra le mura amiche e ottiene automaticamente la vittoria se un eventuale risultato di pareggio si protrae anche dopo i supplementari.
In ognuno dei 9 gironi sono 4 le squadre destinate a retrocedere. Le ultime 2 in classifica scendono senza appello in Eccellenza, ma per le altre sono previsti dei playout che coinvolgono le formazioni dalla sestultima alla terzultima posizione in graduatoria, a patto che la distanza sia al massimo di 7 punti, pena la retrocessione diretta. Insomma, prodursi in un pronostico sulla Serie D è sicuramente più complicato di quanto si potrebbe pensare. I calciofili sono soliti ricercare informazioni su qualche sito con i pronostici di oggi per provare a intuire anzitempo come finirà una partita, ma in quarta divisione non valgono le regole della Serie A. Per certi versi, le squadre di casa sono quasi sempre avvantaggiate.