Chieti. Fegato, reni e cornee sono stati prelevati la notte scorsa all’ospedale di Chieti da un uomo di 50 anni che era stato ricoverato in gravi condizioni in seguito a un malore improvviso. L’uomo, nato a Chieti e residente in un Comune limitrofo, era giunto alcuni giorni fa al pronto soccorso in arresto cardiocircolatorio causato da un’embolia polmonare massiva.
Sottoposto a molteplici trattamenti per la rimozione del trombo, pur se stabilizzato a livello cardiocircolatorio ha accusato da subito una sofferenza cerebrale importante. L’ostruzione dell’arteria polmonare, infatti, aveva impedito la funzione cardiaca, e l’assenza di afflusso di sangue al cervello ne ha comportato un danno divenuto, dopo qualche giorno, irreversibile. Tutti i medici, cardiochirurghi, anestesisti, rianimatori si sono prodigati al massimo e con tutte le forze per scongiurare un epilogo che fin da subito era stato temuto, vista la gravità del danno prodotto a livello encefalico.
Il 4 febbraio si sono manifestati i primi segni di morte cerebrale, anche se il cuore dell’uomo ha continuato a battere, e a quel punto i sanitari hanno proposto ai famigliari la possibilità di un prelievo degli organi, al quale è stato espresso l’assenso. Una volta avviate le complesse procedure del caso e allertato il Centro regionale trapianti, è scattato il periodo di osservazione da parte della Commissione istituita ad hoc, che si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri quando è stata dichiarata la morte cerebrale. In sala operatoria è stato poi eseguito il prelievo: il fegato è stato destinato all’ospedale “San Camillo” di Roma, reni e cornee all’Aquila.
“In una vicenda dolorosa come questa”, ha sottolineato il direttore sanitario Asl Angelo Muraglia, “la generosità e la sensibilità espresse da questa famiglia stemperano il carico di dolore per la grave perdita. E lasciano un insegnamento importante a tutti noi sul valore della donazione di organi, che fa una gran fatica ad affermarsi, ma è espressione di quella cultura della solidarietà che nobilita una comunità”.