L’Aquila. “È un grande onore per la nostra terra ricevere questo riconoscimento. Dal lancio del ‘modello Abruzzo’, nel sistema viticolo regionale si è registrata una svolta epocale che ha posto le basi per una crescita esponenziale della filiera”. Così il vicepresidente della Regione con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, alla vigilia della cerimonia di premiazione dei Wine Star Awards, che si svolgerà stasera, nel Palazzo delle belle arti a San Francisco.
La delegazione, guidata dallo stesso Imprudente e dal presidente del Consorzio tutela vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi, è già arrivata negli Stati Uniti. “L’obiettivo”, ha spiegato Imprudente, “è raggiungere una dimensione internazionale del nostro vino e del brand Abruzzo, preservando e valorizzando la marcata matrice identitaria e culturale del nostro prodotto e promuovendo la coesione tra le realtà produttive della regione. Per questo siamo particolarmente entusiasti di questo riconoscimento che certifica la qualità del lavoro svolto dalle aziende vitivinicole della regione, dal Consorzio di tutela e dall’Istituzione regionale in termini di promozione, valorizzazione e tutela delle eccellenze enologiche”.
La rivista specializzata nel settore del vino più letta degli States, ‘Wine Enthusiast’ elegge l’Abruzzo come regione vinicola dell’anno perché “ricca di tradizione e intrisa di innovazione”. Ogni anno, in occasione dei Wine Star Awards, nomina e premia i soggetti più influenti dell’industria Wine and Spirits secondo diverse categorie. Nell’ambito “Wine Region of the Year 2022” l’Abruzzo ha avuto la meglio su Marlborough, New Zealand, Southern Oregon/Rogue Valley, Oregon, Uco Valley, Argentina e Slo Coast, California.
Nel segno della tutela delle eccellenze d’Abruzzo, anche il senso delle parole del presidente del Consorzio tutela vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi. “Dal piccolo viticoltore alla cooperativa fino alle aziende di piccole e medie dimensioni occorre investire in qualità affinché tutta la filiera possa crescere e raggiungere risultati sempre più ambiziosi”.
“L’ormai prossimo riconoscimento della Denominazione d’origine controllata e garantita Casauria, la terza d’Abruzzo dopo le Docg Colline teramane e Tullum, è la prova evidente che il ruolo di stimolo ed impulso ad una sempre maggiore coesione, svolto dall’istituzione regionale, sta dando ottimi risultati: naturalmente, grazie al centrale, grande e proficuo lavoro da parte delle aziende vitivinicole, abbiamo centrato un altro grande obiettivo e un’altra grande soddisfazione di un comparto vitale per la nostra economia”.
Così il vicepresidente della giunta regionale con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, a margine della pubblica audizione sul riconoscimento della Docg alla Casauria, richiesta dall’associazione delle aziende vitivinicole che operano nei 18 Comuni dell’aria casauriense, svoltasi presso il teatro di Alanno con centinaia di partecipanti, a testimonianza della coesione e del comune sentire della realtà locale. La zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Bolognano, Castiglione a Casauria, Cugnoli, Pietranico, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Torre dei Passeri e Turrivalignani e parte dei territori dei comuni di Alanno, Bussi sul Tirino, Brittoli, Corvara, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Popoli, Serramonacesca e Tocco da Casauria.
“È ormai costante e continua la crescita quali-quantitativa del mondo enologico abruzzese”, ha sottolineato ancora Imprudente, “come confermano i prestigiosi premi internazionali conferiti alla nostra terra; uno sviluppo, però, sempre coerente con le caratteristiche peculiari della regione, all’insegna della sostenibilità e dell’esaltazione della straordinaria biodiversità che contraddistingue l’Abruzzo. Si tratta di un risultato straordinario”, ha continuato il vicepresidente della regione, “ottenuto grazie all’impegno di tutti gli attori coinvolti, alla grande partecipazione delle aziende produttrici e al ruolo sempre più nevralgico dell’istituzione regionale in grado di promuovere unità e coesione per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. È stato fin qui un iter lungo e complesso”, ha concluso Imprudente, “che ha finalmente dato i frutti sperati grazie anche alla sinergia che si è creata con le strutture tecniche del Ministero dell’Agricoltura, che ringrazio per la capacità di ascolto e la disponibilità con la quale hanno ridato vita all’iter di riconoscimento, che dopo l’avvio nel 2017 sembrava essere in salita”.