L’Aquila. Strada dei Parchi intende rispondere alle accuse prive di fondamento rivolte dalla senatrice Gabriella Di Girolamo alla passata gestione delle autostrade A24 e A25, affermazioni gravi rivolte nel corso del question time odierno al Ministro delle Infrastrutture, ristabilendo una narrazione basata sui fatti.
Anzitutto è un fatto ampiamente risaputo, e che dovrebbe essere noto alla Senatrice, che la concessione di gestione ed esercizio delle due autostrade fu affidata alla società Strada dei Parchi all’esito di una procedura di gara pubblica di rilevanza europea, la prima per questo settore in Italia. Pertanto, non si vede come possa essere stata assoggettata a logiche di scambio, estranee alle leggi di mercato e di pubblica utilità, come la Senatrice ha affermato.
La decisione di mettere a gara la gestione – non la proprietà – dell’infrastruttura ad un gruppo privato, lungi dal costituire un esproprio ai danni dei cittadini italiani, fu dettata proprio dalle gravi carenze della gestione precedente, in capo alla controllata pubblica S.A.R.A., dichiarata fallita già alla fine degli anni Settanta del secolo scorso e passata in seguito sotto il controllo dell’ANAS per oltre 20 anni.
Quanto ai due decenni di “gestione scellerata” – queste le parole usate dalla Senatrice – da parte di Strada dei Parchi, ci preme ricordare come gli anni della nostra gestione siano stati tutt’altro che scellerati. Sono stati gli anni di una difficile ma appassionata sfida imprenditoriale a cui SdP e tutto il Gruppo Toto non si sono mai sottratti, continuando a proporre al Concedente soluzioni a tutte le criticità e riuscendo a massimizzare l’efficienza e la sicurezza della rete tra manutenzioni, spesso emergenziali, imposte dagli eventi sismici, ed esercizio.
A sottrarsi alle proprie responsabilità crediamo invece che sia stata proprio la politica, che non ha mai dato seguito alla disposizione di Legge che nel 2012, all’indomani del primo terremoto di una spaventosa serie, le ha dichiarate “strategiche ai fini della Protezione Civile” e che ne imponeva la messa in sicurezza urgente. Una battaglia per la sicurezza che Strada dei Parchi ha portato avanti per dieci anni, con 4 diversi ministri, proponendo ben 18 simulazioni e proposte di Piano Economico Finanziario che prevedessero la completa messa in sicurezza dell’infrastruttura e la revisione dei meccanismi di calcolo dei pedaggi, alla base del contratto di concessione. Proposte che si sono scontrate con l’inconcludenza dei diversi governi nazionali, che si sono visti persino censurare e “commissariare” dal Consiglio di Stato.
Infine, la vexata quaestio delle tariffe. Non risponde al vero che le autostrade A24 e A25 ricadano nella “top ten” delle tratte più care in Italia, perché occupano la dodicesima posizione. Con questo non si intende affermare che siano economiche, soprattutto a paragone delle dorsali tirreniche e adriatiche della A1 e della A14, che abruzzesi e laziali hanno come metro di paragone. Ma queste ultime due non sono autostrade di montagna e non risentono degli elevati costi di manutenzione collegati alla presenza di viadotti e di gallerie, tra cui la più lunga a doppia canna interamente in Italia, che caratterizzano la A24 e la A25 lungo l’intero tracciato.
Strada dei Parchi ha provato ad offrire soluzioni anche a questo problema, ritenendo che il meccanismo alla base della formula di calcolo stabilito nel contratto di concessione fosse iniquo e andasse calmierato. In attesa che fosse riformulato, si è impegnata a congelare gli aumenti nell’arco degli ultimi cinque anni. Sarà ora compito dell’attuale Governo, del nuovo Concessionario e dei vari Commissari trovare soluzioni che evitino di spalmare gli elevati costi di gestione sulla fiscalità generale e che non pregiudichino al contempo la sicurezza dell’infrastruttura. A Strada dei Parchi resta l’orgoglio di aver mantenuto in efficienza una infrastruttura pregevole ma datata, funestata da continue emergenze, e di averne avviato la messa in sicurezza anche a proprie spese, nonostante le perenni inadempienze del Concedente, garantendo sempre la sicurezza delle opere. Un fatto da ultimo riconosciuto anche dal consulente del Tribunale dell’Aquila, prof. Bernardino Chiaia.