Roma. Ammette di ricordare “di essere stato in quella casa di via Riboty con le ragazze cinesi e di avere tamponato la ferita alla gola di una di loro, ma poi ho un blackout e più nulla.”
Così, a quanto riportato dagli organi di stampa, nel corso dell’interrogatorio cui è stato sottoposto ieri Giandavide De Pau, il 51enne sospettato di essere l’autore del triplice omicidio commesso a Roma il 17 novembre scorso. In via Riboty lavoravano le due escort cinesi trovate morte. Aggiunge l’uomo: “Non ricordo di essere stato in via Durazzo (la casa dove lavorava la prima donna uccisa, la prostituta colombiana Martha Castano Torres, ndr), ho solo vagato per due giorni senza mangiare né dormire.”
Incalzato dalle domande degli investigatori, De Pau ha tentato anche di ricostruire i momenti precedenti ai delitti: “Ricordo che una donna cubana è arrivata a casa mia e abbiamo consumato della droga, poi il giorno dopo ho preso un appuntamento a via Riboty.” “Di quegli istanti ricordo solo tanto sangue.”
Ancora: “Dopo aver vagato per due giorni, sono andato a casa di mia madre e di mia sorella con i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per circa due ore e poi sono arrivati i poliziotti a prendermi intorno alle sei di mattina.”
Ed è stata proprio la sorella dell’uomo ad allertare le forze dell’ordine, appunto dopo che il familiare aveva raccontato di aver compiuto qualcosa di molto grave.
Nei confronti del 51enne è stato emesso dalla Procura di Roma un decreto di fermo in relazione al triplice omicidio. Al termine dell’interrogatorio, il sospettato è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli. L’uomo è da tempo in cura psichiatrica e sta anche seguendo un percorso farmacologico: in passato era stato ricoverato in strutture psichiatriche.
Droga, problemi psichiatrici e malavita: chi è il sospettato dei delitti di Roma