Avezzano. Il Tribunale di Avezzano tra i beni dello stato in vendita. E’ quanto emerge in un decreto del governo che, salvo diverse disposizioni, porterà all’alienazione di beni di regioni e province allo scopo di fare cassa. Non solo quindi i problemi legati al rischio chiusura, ipotesi che si fa sempre più imponente, ma ora anche la struttura è in pericolo. Il Palazzo di Giustizia in via Corradini fa parte dei circa 500 i beni immobili dello Stato che in Abruzzo possono finire nel patrimonio che il governo intende valorizzare e mettere sul mercato per tentare di riequlibrare il bilancio. Il decreto, malgrado sia alle origini e preveda quindi ancora la formula “salvo intese” (nel senso che è soggetto ad affinamenti e modifiche), fa riferimento anche a quote di minoranza che gli Enti pubblici, come Comuni e Province, detengono in società partecipate. Le quote possono essere cedute a un fondo di valorizzazione che diventerebbe partner degli Enti pubblici. In sostanza, verrà venduto parte del patrimonio mobiliare e immobiliare. Certamente – così come dei tecnici dovrebbero ben sapere – ci sarà bisogno di una certa prudenza nell’immissione sul mercato di tali edifici di proprietà pubblica, per evitare di complicare ulteriormente il settore immobiliare in crisi. La riduzione del debito pubblico si avrà in prim’ordine tramite il Ministero dell’Economia, che potrà trasferire beni immobili dello Stato a fondi comuni di investimento immobiliari e società di gestione del risparmio. L’Agenzia del Demanio avrà un ruolo sempre più preponderante, e potrà promuovere società, consorzi e fondi, con l’obiettivo di valorizzare e alienare il patrimonio sia statale sia degli altri enti. Tale processo è previsto sia per i beni immobili che per le partecipazioni societarie tramite fondi immobiliari e mobiliari. In sostanza, gli immobili rappresentano la voce più consistente del patrimonio dello Stato: il loro valore ammonta a circa 500 miliardi. Tramite tale operazione per ricavare fondi, nei prossimi anni potrebbero esserne disponibili 40-50 miliardi di euro, quindi circa il 5-10%.