Tagliacozzo. È prevista per domani alle 19.00, nel Chiostro di San Francesco, di recente restaurato, a Tagliacozzo, la presentazione dell’atteso libro di don Ennio Grossi, “La storia e il culto di San Vincenzo Ferrer”. L’evento è stato curato in ogni dettaglio dall’associazione culturale Prospettiva Futura. Si tratta del primo di quattro volumi dedicati alla vita e alla storia del culto del Santo spagnolo canonizzato nel 1455 dopo appena qualche decennio dalla morte. Il mirabile Predicatore dell’Ordine dei Domenicani, rappresenta un modello, ancora attuale, di virtù umane e spirituali. L’autore ricostruisce il primo periodo della vita di San Vincenzo, vagliando con un appropriato approccio critico i dati raccolti nelle agiografie che, nel corso dei secoli, sono state compilate intorno alla sua figura, analizzando compiutamente il contesto e i personaggi che animarono quell’epoca storica. Il volume si snoda attraverso le vicende che vanno dalla nascita e l’adolescenza, fino all’Ordinazione sacerdotale. Il libro sarà presentato dall’autore e da Padre Antonio Cocolicchio O.P., Priore dell’insigne convento dei Domenicani di San Marco a Firenze. “Il mio proposito è stato quello di approfondire e conoscere sempre meglio la vita di San Vincenzo ed il suo esempio, permettendo anche ad altri di conoscerlo ed amarlo, ci ha detto Don Ennio, e questo volume è un primo passo verso quel proposito”. Con un filo di emozione ci racconta di quando, a soli 9 anni, ha iniziato a conoscere la figura di questo Santo: “svolgevo il servizio di ministrante nella mia parrocchia di Tagliacozzo dove la prima domenica di Luglio si svolge la festa in onore di San Vincenzo e se ne venera una stupenda immagine: una conocchia settecentesca in legno e cartapesta con abiti veri. Certamente un’opera d’arte il cui valore è superato dall’affetto che la devozione del popolo tagliacozzano gli attribuisce. La preparazione liturgica della festa – conclude Don Ennio – mi aiutava a capire che la gioia di quei momenti non era per la semplice memoria di un Santo, ma di un amico e di un compagno di viaggio che mai ha abbandonato coloro che a lui sono ricorsi”. Gianluca Rubeo