Avezzano. Il patto dei i sindaci per difendere la sanità nell’entroterra abruzzese e per combattere i tagli nella Provincia dell’Aquila fa scoppiare la polemica. Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, non invita i colleghi primi cittadini di Tagliacozzo e Pescina pur insistendo nel loro territorio un ospedale. Intanto, sulla discussa iniziativa, interviene il vicepresidente del consiglio regionale, Giovanni D’Amico, che plaude all’iniziativa e scrive ai sindaci di Avezzano, L’Aquila, Sulmona e Castel Di Sangro. I sindaci delle aree interne si erano incontrati ad Avezzano con l’obiettivo di rilanciare il territorio su proposta di Gianni Di Pangrazio. Erano stati affrontati i principali problemi tra cui quelli della Sanità e dello sviluppo. Di Pangrazio aveva sollevato la questione dei progetti strategici per rilanciare le zone interne in linea con la posizione del primo cittadini dell’Aquila, Massimo Cialente, e di quello di Castel Di Sangro, Umberto Murolo. Mancavano però i sindaci di Tagliacozzo e Pescina perché, a loro dire, non invitati all’incontro da Di Pangrazio. Maurizio Di Marco Testa e Maurizio Di Nicola, i due sindaci esclusi, non stanno però a guardare. «Prendiamo atto dell’iniziativa del sindaco di Avezzano», affermano, «apprezzando l’attenzione che ha posto nella salvaguardia della Sanità. Ci riserviamo a breve di fissare con lui un incontro perché sia Tagliacozzo, sia Pescina, a pieno titolo, sono parte essenziale per la difesa della Sanità nella Provincia dell’Aquila». Anche il Comitato civico per la difesa dei piccoli ospedali giudica «positiva l’iniziativa», ma «sbagliata l’omissione riguardo all’invito dei due importanti comuni marsicani dove ci sono delle strutture ospedaliere». Invece D’Amico parla di «una cabina di coordinamento, capace di dare forza e qualità strategica alle fondamentali questioni introdotte dall’incontro tra i sindaci dell’Abruzzo interno ed evitare lo scollamento tra i vari livelli istituzionali». Giudica poi positivamente l’incontro. «E’ molto apprezzabile perché si è sviluppata una ricognizione generale per la coesione e lo sviluppo delle aree interne dell’Abruzzo. Un’iniziativa tanto più opportuna dopo la chiusura delle Comunità Montane e la prospettiva di riordino e di superamento dell’assetto delle attuali province». Secondo D’Amico, «la Giunta regionale non sta affrontando il tema delle riforme istituzionali ed economiche in maniera organica per i comprensori montani dell’Abruzzo, ma procede con proposte e provvedimenti occasionali, regolati da esigenze ed urgenze indotte dalla legislazione statale». Fa l’esempio poi delle norme in materia di riordino territoriale dei Comuni.