Avezzano. Parco regionale Sirente Velino e FederTrek coronano il sogno di un disabile motorio: “scalare” il monte Velino, una delle cime più alte dell’Appennino, in sella a una joelette. L’evento, che apre le porte a un mondo proibito per i portatori di handicap, è in agenda il 23 giugno: alle 9, dopo i saluti del Presidente, Simone Angelosante, una squadra di volontari dell’associazione, assistita da personale dell’area protetta, inizierà a spingere la speciale carrozzina da montagna lungo il sentiero principale che da Santa Maria in Valle Porclaneta (1.006 metri di altezza), Comune di Magliano dei Marsi, conduce al monte Velino, con prima tappa la capanna di Sevice (2.119 metri): un dislivello di 1.110 metri. Qui la carovana della solidarietà pernotterà, per poi riprendere il viaggio la mattina successiva, domenica 24 giugno, fino a raggiungere la cima della Montagna (2.486 metri), dove gli accompagnatori (quindici volontari dell’associazione) e il disabile (un giovane italo-francese) potranno ammirare gli incantevoli scenari del Parco.
“La speciale scalata in montagna che abbatterà le barriere architettoniche”, afferma il presidente dell’area protetta regionale, Simone Angelosante, “ha un preciso obiettivo: far conoscere a un ampio pubblico le possibilità di questo semplice ma eccezionale strumento per un escursionismo solidale”. L’escursione in joelette in alta quota apre uno spiraglio per i disabili. “Questa spedizione”, evidenzia Leonardo Paleari, responsabile dell’area sociale di Federtrek, “vuole dimostrare cosa può fare una piccola invenzione – la joelette, poco più di una carriola – quando si coniuga con l’amicizia. Per un disabile in carrozzella il solo fatto di andare in mezzo a un prato, trovarsi dentro un bosco è un’esperienza straordinaria. Da alcuni anni in Federtrek usiamo questo strumento, condividendo escursioni con amici disabili, solitamente con dislivelli di 300-400 metri. Stavolta abbiamo pensato di arrivare in cima a una grande montagna come il Velino con Henri, un ragazzo originario di Canistro, che per questo verrà appositamente da Avignone, dove vive con i genitori emigrati. Il nostro intento è di attirare l’attenzione del mondo escursionistico sulla validità di questo strumento per una montagna più accessibile e condivisa”.
E’ possibile ipotizzare l’avvio di un percorso per l’escursionismo solidale nella regione dei Parchi? “Sì, ma bisogna superare certe preclusioni burocratiche, che in fondo sono pregiudizi mentali. Le joelettes sono già in dotazione in alcune aree protette (il Parco dei Monti Lucretili, la Riserva di Zompo lo Schioppo, le Sorgenti del Pescara), ma sono quasi inutilizzate per difficoltà di mansionario. I Parchi potrebbero invece formare un gruppo addestrato nell’uso della joelette e offrire il servizio alle scuole che vengono per l’educazione ambientale: spesso le classi in cui c’è un disabile rinunciano alle uscite nella natura per non escludere il diversamente abile. Oltre a questa attività diretta, i parchi potrebbero mettere le joelettes a disposizione dei gruppi escursionistici, pubblicizzando il servizio offerto. Ovviamente nel gruppo deve esserci qualcuno esperto nell’uso della joelette: per questo è utile organizzare dei corsi di formazione. Nell’ambito Federtrek l’associazione “Il cammino Possibile” si occupa proprio di organizzare tali corsi per Enti o realtà associative”. L’evento, comunque, potrebbe rappresentare un “passo” importante per i disabili verso un mondo finora proibito.