Avezzano. Michele Fina, classe 1978, nato ad Avezzano, è cresciuto a Luco dei Marsi. Divide la sua vita tra Luco dove ci sono i genitori e L’Aquila dove risiede da qualche anno con la famiglia. Dal luglio del 2019 è segretario del Partito Democratico abruzzese, un ruolo di responsabilità che ha fatto tra gli altri seguito a quelli ricoperti ai Ministeri dell’Ambiente, della Giustizia e del Lavoro, dove ha svolto rispettivamente il ruolo di capo segreteria, consigliere ed esperto in transizione ecologica, sempre con Andrea Orlando ministro. Proprio la transizione ecologica rappresenta un capitolo importante dell’impegno di Fina: da anni dirige il think tank TES – Transizione ecologica solidale, che già dal 2018 con la sua nascita ha introdotto l’espressione “transizione ecologica” nel dibattito pubblico, ben prima che conquistasse una rilevanza e una centralità significative, anche grazie all’istituzione di un dicastero dedicato.
Fina è candidato al Senato, capolista nel collegio proporzionale regionale di “Italia Democratica e Progressista”, la lista con cui il Pd affronta queste elezioni assieme a Demos, al Partito socialista italiano, ad Articolo Uno. Fina è l’unico tra le candidate e i candidati provenienti dalla Marsica che ha chance concrete di essere eletto in Parlamento.
L’intervista a Michele Fina:
Come vive questa particolare circostanza, di avviarsi ad essere l’unico proveniente dalla Marsica tra le elette e gli eletti in Parlamento?
“In tutta onestà non me lo aspettavo, mi ha stupito in particolare la scarsa considerazione della destra per il nostro territorio, e faccio riferimento a quello regionale. Hanno accolto ben quattro catapultati non abruzzesi che inevitabilmente toglieranno spazio e rappresentanza a svariate aree della nostra regione. Per quanto mi riguarda lo considero un ulteriore investimento di responsabilità nei confronti di un territorio che è uscito da tempo dall’agenda dell’azione di questa amministrazione regionale e che da ancora più tempo non ha un parlamentare eletto. Interpreterò il ruolo al fianco, e ascoltando sempre le istanze e i suggerimenti, delle amministratrici e degli amministratori”.
E’ chiaro che i temi della crisi economica e dell’occupazione riguardano tutto il Paese, e impattano direttamente anche nel territorio marsicano, dove hanno sede importanti attività economiche nel settore primario ma anche in quello dell’industria. Il caso LFoundry con la protesta degli interinali che chiedono stabilizzazione è in questo senso paradigmatico.
“Non c’è dubbio. La vertenza degli interinali l’abbiamo seguita e la stiamo seguendo da vicino, al Ministero del Lavoro, al fianco di lavoratrici, lavoratori e sindacati, promuovendo incontri e sollecitando interventi. Per LFoundry del resto è anche grazie al nostro impegno che è stato recentemente firmato un Contratto di espansione. In generale parliamo di un presidio che dovrà essere attenzionato dal governo nazionale per il ruolo strategico che ricopre e potrà ricoprire sempre di più nei prossimi anni”.
E’ noto poi che il territorio marsicano è tra i più fiorenti a livello nazionale nel settore dell’agricoltura. In questo ambito negli ultimi mesi ci sono state molte discussioni e polemiche riguardo al possibile maggiore contributo della Regione. Che idea si è fatto, quali sono i suoi propositi?
“La vicenda delle risorse, cinquanta milioni, per la realizzazione del grande progetto dell’impianto irriguo nel Fucino è solo la più clamorosa di una serie che rivela la superficialità di una Regione incapace del minimo indispensabile per valorizzare le proprie eccellenze e i propri settori di pregio. Il Pd lo denuncia da tempo: quelle risorse sono state sottratte e, a dispetto di qualche arzigogolata e francamente imbarazzante giustificazione, mai ripristinate. L’ultimo impegno è un rinvio alla scadenza, da parte dell’assessore Imprudente, al 30 settembre. Vedremo, io sarò implacabile nel controllo degli impegni e delle deadline, di quello che dovrà essere fatto. Non consentirò furbizie. Di certo siamo di fronte alla prova di quanti e devastanti danni possa fare un’amministrazione che non governa con i riferimenti dell’interesse pubblico, della strategia e della programmazione bensì con quello del soddisfacimento degli interessi elettorali di cortissimo respiro. Si tratta di un’opera indispensabile, ed è emerso chiaramente quest’anno di fronte ai terribili effetti della siccità. La mia idea è che in questo come in altri settori il peccato originale risieda nella totale indisponibilità al confronto. Io non mi sottrarrò, anzi, nello svolgimento del mio mandato chiederò il contributo e i suggerimenti delle associazioni rappresentative del settore agricolo”.
Un altro tema all’ordine del giorno è quello delle infrastrutture, il cui adeguamento è tra i principali capitoli del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a livello nazionale, ed è proprio dal livello nazionale che possono arrivare le spinte decisive per la crescita e la modernizzazione, per l’acquisizione di una maggiore centralità, della Marsica. Quale la sua strategia?
“Un grande beneficio la Marsica, come gran parte se non tutto il territorio regionale, lo avrà dalla realizzazione del progetto di velocizzazione del collegamento ferroviario tra Roma e Pescara. Siamo orgogliosi di rivendicare che un primo decisivo input l’abbiamo dato noi portando nel febbraio del 2020 la ministra Paola De Micheli a discuterne ad Avezzano. Quel progetto va realizzato. La battaglia ancora da fare, molto complessa, riguarda la trasversalità tirreno adriatica, all’interno del corridoio intermodale europeo TEN-T che collega Barcellona a Ploce. La nuova infrastruttura ferroviaria, a servizio di tale collegamento, integrata con la ZES potrebbe rivoluzionare l’economia locale. Accanto a questo sarà necessaria una complessiva strategia di integrazione ferro-gomma, una soluzione ponderata e positiva della vicenda delle nostre autostrade, a partire dalla questione della sicurezza e dei lavoratori che vi sono impiegati. Quindi precisi impegni: battaglia politica e istituzionale per la trasversalità a Roma e in Europa; soluzione per le autostrade abruzzesi; e anche dotazioni finanziarie da inserire negli atti di programmazione e di bilancio per restituire strade sicure alle aree interne, precondizione di sviluppo e economia”.
Molto si è discusso, a causa dell’emergenza causata dalla pandemia, del necessario miglioramento del sistema sanitario. E’ una sua priorità?
“Non potrebbe che esserlo, partendo dalla consapevolezza che è una responsabilità gestionale in capo alla Regione, la principale, che assorbe gran parte delle risorse del suo bilancio. La Regione Abruzzo ha conseguito reali disastri manageriali nel governo dell’emergenza, a dispetto della professionalità e a tratti perfino dell’eroismo di medici e operatori sanitari. E’ la gestione a essere assente: in tre anni di governo non è stato approvato nessun atto di programmazione. In Marsica si sono riscontrate le sofferenze maggiori in un quadro di fortissimo sfilacciamento. E’ chiaro che l’ospedale di oggi non è sufficiente per un bacino di utenza che supera le 130mila unità, né gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina sono posti in condizione di surrogare alle difficoltà del SS. Filippo e Nicola. Anche se la materia è principalmente di competenza regionale il mio preciso impegno sarà sollecitare e vigilare, anche attraverso gli strumenti di competenza parlamentare, affinché la Regione provveda ad un’immediata approvazione degli atti di programmazione. Inoltre sarà mio prioritario impegno occuparmi dell’investimento delle ingenti risorse che il PNRR ha messo a disposizione della Regione per costruire un sistema di “sanità territoriale” moderno.
E’ un discorso generale che abbraccia la dotazione di servizi. Penso al tribunale, il cui mantenimento strutturale è per noi un’assoluta priorità, visti anche gli elevati tassi qualitativi di rendimento della struttura. Da quando nel 2012, con emendamento Legnini, riuscimmo a salvarlo assieme agli altri tribunali abruzzesi, dalla soppressione voluta dalla riforma (pessima) della geografia giudiziaria del Governo Monti, il mio impegno non si è mai interrotto. Ora è arrivato il momento di un intervento legislativo definitivo”.
In conclusione, una domanda sull’andamento di questa campagna elettorale, oramai in pieno svolgimento. Lei sta investendo molto nello sforzo di incontrare le comunità, arrivare, anche più volte, in tutte le parti della regione. Quali richieste, esigenze sta riscontrando?
“Se la prima terribile crisi determinata dalla pandemia era stata almeno in parte riassorbita, questa che è culminata a causa dell’invasione russa dell’Ucraina ma che parte in realtà prima sta mordendo in tutta la sua drammaticità. Le diseguaglianze aumentano, chi paga il conto maggiore sono sempre i più deboli. Occorre restituire opportunità di lavoro e per questo la priorità è sorvegliare che ci siano e siano fruttuosi gli esiti del PNRR in Abruzzo. Puntiamo in modo particolare al contributo che possono darci per la ripresa i giovani, e vogliamo investire su di loro, attraverso misure come lo stop agli stage gratuiti e, questo rivolto non solo a loro, il salario minimo. La vera priorità oggi è contenere il prezzo dell’energia per famiglie e imprese: vanno messe in campo le bollette sociali, e in parallelo occorre puntare su un piano di potenziamento della produzione di energia rinnovabile. Le ricette che propone la destra sono semplicemente finte: il nucleare per essere avviato necessita almeno di un decennio, l’aumento delle trivellazioni non risolve niente perché le nostre risorse sono limitate e molti paesaggi di pregio, alcuni dei quali in Abruzzo, ne risentirebbero in negativo. Al ritorno di Ombrina Mare diciamo: no, grazie”.