Avezzano. La magistratura apre un’inchiesta per accertare se la scuola “Vivenza” è sicura e se la documentazione che attesta l’agibilità è in regola. La procura di Avezzano sta cercando di far luce sulla validità delle autorizzazioni rilasciate per verificare se ci possa essere un rischio oggettivo per gli alunni e il personale dell’istituto scolastico. L’inchiesta sarebbe scattata dopo l’esposto alla Procura di Avezzano di una settantina di genitori insieme al movimento “Unione dei Marsi”. La scuola, che comprende 440 alunni, ha un’ala dell’edificio chiusa dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Le classi furono trasferite nella sede distaccata della scuola “Marini”. L’altra ala fu sottoposta a degli accertamenti tecnici per verificarne la stabilita e permettere agli studenti di rientrare. Alla fine tutto risultò in regola e furono rilasciate da parte delle società specializzate e degli uffici comunali tutti i documenti e le autorizzazioni necessarie per riprendere l’attività didattica. Per l’ala dichiarata inagibile i lavori sarebbero dovuti iniziare nei mesi successivi al terremoto con un investimento di un milione e 400mila euro. Le aule oggi ancora sono chiuse e i fondi sono stati dirottati per il progetto comunale dei Campus. I genitori hanno cominciato a temere che anche l’altra ala potesse essere inadeguata a ospitare gli alunni. Così, su iniziativa del movimento, Unione dei Marsi, capeggiato da Pierpaolo Rubeo, una settantina di genitori hanno presentato un esposto in Procura. nei giorni scorsi la magistratura avrebbe acquisito della documentazione a scuola e ascoltato alcuni esponenti dell’Unione dei Marsi che hanno chiesto a un loro tecnico di analizzare la situazione della scuola. Dagli accertamenti dell’architetto incaricato dal movimento sarebbe emerso il rischio che l’edificio non sia a norma e quindi potenzialmente pericoloso per l’incolumità dei ragazzi e che la via di fuga, necessaria per il piano di evacuazione, interessi una parte di struttura già dichiarata inagibile che dovrebbe essere attraversata in caso di terremoto dai ragazzi e dal personale della scuola.