Il covid-19 ha costituito una battuta d’arresto per molte imprenditrici, sebbene di recente si stia registrando una lieve ripresa. La pandemia ha infatti avuto ripercussioni negative sul lavoro femminile, e non solo in termini di occupazione. La maggior parte delle imprese guidate da donne opera nel settore terziario, uno di quelli messi maggiormente in crisi dall’emergenza.
Lo stato dell’imprenditoria femminile in Italia
L’imprenditoria femminile è molto indietro rispetto a quella maschile. A testimoniarlo, un report dell’Unioncamere sullo stato dell’imprenditorialità femminile per mezzo del IV rapporto omonimo. Ad oggi, solo il 22% delle imprese totali presenti sul territorio italiano è gestito da donne e, sebbene i numeri siano in aumento rispetto alla decade passata, c’è ancora molto lavoro da fare per promuovere questo settore.
In particolare, le donne continuano a concentrarsi su mercati più tradizionali. Di fronte alla pandemia da Covid-19, il trend è sceso ulteriormente e nell’ultimo trimestre (chiuso a giugno 2022) c’è stato un calo di nuove imprese guidate da donne di almeno 10 mila unità rispetto al 2019.
Lo Stato ha provato a promuovere l’imprenditoria femminile istituendo un apposito fondo che finanziava i progetti in due tranche, fino a 250 mila euro, ma l’erogazione è terminata perché è stato raggiunto il limite di fondi messi a disposizione per le interessate. In tal senso, quella dell’imprenditoria femminile è una possibilità che aleggia fra l’attuale e l’incompiuto. I passi da fare per rimuovere la disparità di genere ci sono stati, ma serve una spinta concreta.
Gli aiuti all’imprenditoria
Nel solco di questa necessità, bisogna individuare quali possono essere gli aiuti che consentano un migliore sviluppo delle imprese femminili. Ad esempio, molti fornitori offrono varie offerte luce e gas business che si pongono l’obiettivo di rappresentare una vera e propria scelta su misura per le necessità aziendali, al fine di migliorare la produttività dell’impresa evitando bollette eccessivamente salate.
Da poco è stato attivato anche un contributo a fondo perduto che è possibile richiedere entro il 13 agosto e che si rivolge a varie attività già avviate, tanto imprese quanto liberi professionisti con partita IVA. Per ottenere il contributo è necessario non aver superato i 5 milioni di ricavi nel 2019, inoltre bisogna rispettare uno fra diversi requisiti, come aver iniziato l’attività lavorativa a partire dal primo gennaio 2019 oppure avere la sede legale in un Comune colpito da eventi calamitosi.
Con la nuova legge di bilancio, tra le tante misure è stata anche rifinanziata la Nuova Sabatini, fondo di sostegno per i beni strumentali che sostiene chi vuole acquistare in leasing nuovi macchinari. Si rivolge a grandi aziende o PMI, ad esclusione di quelle che operano nel mercato finanziario e quelle connesse all’esportazione di beni.