Celano. La procura regionale della Corte dei Conti ha presentato appello contro la decisione della sessione giurisdizionale che aveva respinto ad aprile la richiesta di condanna nei confronti di amministratori e dirigenti comunali. La questione riguarda dei finanziamenti del Comune di Celano alla squadra di calcio negli anni dal 2013 al 2015.
Secondo il procuratore regionale, Giacinto Dammicco, l’allora sindaco Filippo Piccone, Settimio Santilli (attuale sindaco), Vittoriano Frigioni, Cesidio Piperni, Ermanno Bonaldi, Ezio Ciciotti, Adelio Di Loreto, Mauro Passerotti, Daniela Di Censo (tutti ex amministratori o dipendenti e dirigenti) devono risarcire l’ente della somma di 138.491 euro.
I fatti risalgono a denunce presentate nel 2012 sulle quali ha indagato la Guardia di Finanza di Avezzano.
Gli accusati erano stati accusati di aver trasferito fondi alla società sportiva “violando e travalicando i limiti della convenzione in essere all’epoca dei fatti, convenzione che prevedeva la partecipazione dell’ente pubblico ai soli costi di gestione dei due impianti sportivi affidati alla società, sempre che i costi stessi fossero documentati (a preventivo e consuntivo) e riconosciuti ammissibili”.
Il riferimento specifico riguardava i fondi che sarebbero stati utilizzati per spese diverse rispetto a quelle per la gestione dello stadio comunale “Fabio Piccone” e del campo sportivo “Bonaldi” per le stagioni sportive 2013/2014 e 2014/2015, al fine di consentire l’iscrizione della squadra al campionato di calcio di serie D e sostenerne in vario modo le attività, scuola calcio in primis. La contestazione riguardava finanziamenti per un totale di 153mila euro poi scesi a 138mila circa.
Il procuratore non ritiene corretta la sentenza di aprile sottolineando nella richiesta di appello, “l’ingiustificata straordinarietà quale fonte delle successive carenze in sede contabile e finanziaria”, e chiedendo “la condanna al pagamento a favore del Comune di celano di 138.491 euro oltre alla rivalutazione monetaria, gli interessi legali e alle spese di giustizia a favore dello Stato, il tutto maggiorato di rivalutazione interessi e spese di giustizia”.
Secondo l’accusa, inoltre, “le successive erogazioni degli anticipi e dei saldi annuali presentano delle anomalie e antigiuridicità puntualmente rappresentate nell’atto introduttivo del giudizio poiché il meccanismo dell’attribuzione dei fondi alla società sportiva, in base alla convenzione per la gestione degli impianti sportivi, ha palesato specifiche ricorrenti criticità, dal momento che la rendicontazione della suddetta società recava commistioni delle voci in modo tale da non distinguere quanto attinente la gestione degli impianti e quanto invece relativo alle altre attività della società sportiva, ossia le spese non riconducibili alla manutenzione e all’utilizzazione ‘materiale’ degli impianti sportivi ma imputabili unicamente alla gestione della squadra di calcio impegnata in campionato”.
La questione non è quindi chiusa e i dieci accusati dovranno comparire su citazione del pubblico ministero davanti alla sezione giurisdizionale d’Appello della Corte dei Conti. La ripartizione del danno secondo il procuratore Dammicco prevede 28mila 491 euro per Piccone, 30mila per D’Aulerio e 10mila per tuti gli altri.