L’Aquila. Lo scorso 22 maggio il WWF Italia ha lanciato una petizione per chiedere l’istituzione del Garante della Natura, una figura che sul tema natura possa svolgere funzioni regolatorie, di vigilanza, di controllo e monitoraggio, di accertamento e di risoluzione dei conflitti.
La petizione questa mattina è stata presentata in una conferenza stampa tenutasi a Pescara con i referenti delle Aree protette presenti in Abruzzo: il presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Giovanni Cannata, il presidente del Parco della Maiella, Lucio Zazzara, il presidente dell’assemblea dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, Robert Verrocchio, il direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Alfonso Calzolaio, il presidente del Parco Regionale del Sirente Velino, Francesco D’Amore, insieme al vice presidente del WWF Italia, l’abruzzese Luciano Di Tizio.
Il Garante per la biodiversità è una figura, che, al pari di quanto avviene già per altri settori sensibili, può essere portatore di una visione d’insieme e sistemica, garantendo la coerenza e la tempestività delle azioni rispetto agli obiettivi fissati nella Strategia Nazionale per la Biodiversità, monitorandone l’attuazione nel rispetto delle competenze degli organismi già esistenti e con il potere di richiamare i soggetti coinvolti nell’attuazione delle misure.
Il WWF Italia ha presentato formalmente la petizione al Senato e alla Camera per sostenere la necessità della figura del Garante della Natura, in linea con il nuovo spirito delle norme costituzionali in materia di ambiente sancito dalla recente riforma degli articoli 9 e 41, e adesso chiede ai cittadini di sostenere questa proposta con una petizione popolare che è possibile sottoscrivere all’indirizzo wwf.it/garantena
Il WWF Abruzzo ha coinvolto in questo percorso le aree protette presenti sul territorio regionale, chiedendo ai loro referenti di appoggiare la petizione e dare un segnale di sensibilizzazione alla tematica. Un appoggio che arriva da chi ogni giorno si adopera per la tutela e la salvaguardia della natura, in una regione come l’Abruzzo che conserva un’elevata biodiversità e la presenza di ambienti ancora incontaminati e dalla grande bellezza paesaggistica. L’Abruzzo è una regione straordinaria che mantiene al suo interno habitat importanti e diversissimi tra loro, dal ghiacciaio più meridionale d’Europa alle dune costiere, insieme a specie simbolo della biodiversità europea come l’orso, il lupo, il camoscio, l’aquila reale e tante altre ancora.
La Strategia Nazionale sulla Biodiversità dovrà essere implementata da più attori, sia pubblici che privati, che a loro volta si muovono all’interno di un sistema di competenze in capo soprattutto allo Stato e alle Regioni. Questo tipo di governance non responsabilizza i singoli attori per il raggiungimento dell’obiettivo globale e rischia di ridurre i vari contributi a relazioni e rapporti periodici senza una reale valutazione dell’efficacia. Per questo è necessaria una figura terza, un Garante che monitori, osservi, relazioni, indichi i ritardi e solleciti le misure da adottare. Una figura, insomma, che, coordinandosi con parchi e istituzioni, abbia una visione d’insieme e non perda di vista l’obiettivo della tutela della natura, che è raggiungibile solo se tutti i soggetti indicati nella Strategia agiscono insieme.
Per la tutela della biodiversità e della natura non si può più perdere tempo, in Italia il Comitato per il Capitale Naturale nel suo Quarto Rapporto documenta come lo stato della biodiversità nel nostro Paese risulti essere preoccupante. Come si legge nel recente dossier WWF “La biodiversità in Italia: status e minacce”, il 52% delle specie animali tutelate dalla Direttiva Habitat presenta uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole: dato che sale al 64% per gli anfibi e all’80% per i pesci.
L’Istituzione del Garante per la Natura è dunque coerente con la transizione ecologica e con la riforma costituzionale appena approvata, anzi dovrebbe rappresentarne il primo passo attuativo, in attesa di un riordino normativo che, dopo il codice dell’ambiente, possa sfociare in un vero e proprio codice per la natura che riorganizzi e armonizzi una pluralità di norme sparse in varie disposizioni settoriali (come ad esempio quelle su paesaggio, acque, caccia, aree protette, difesa del suolo).