Magliano de’ Marsi. Sono arrivati da tutta la Marsica, questa mattina, a Magliano de’ Marsi, per guardare e ammirare la 37esima infiorata realizzata in occasione del Corpus Domini. Questa sera, alle 18, dopo la messa nella chiesa di Santa Lucia, il parroco del paese, don Emidio Cerasani, attraverserà il “tappeto” colorato con l’ostensorio, rinnovando la tradizione che era stata sospesa per via dell’emergenza covid.
In tantissimi in mattinata hanno raggiunto il piccolo negozio del direttore artistico dell’Infiorata, per complimentarsi per la realiazzione, che quest’anno sembra custodire ancora più significati e emozioni. Adelmo Di Felice, dottore in Lingue e appassionato di storia e tradizioni, è anche un amanuense.
Studia mesi per far sì che il tappeto lungo circa 180 metri si colori grazie a 25 disegni che sono veri e propri quadri, ognuno studiato nei minimi particolari e poi riprodotti sulla strada. Tutto il paese partecipa ai lavori, anche i bambini. L’infiorata di Magliano non è solo un momento di appassionata devozione ma è anche un momento di aggregazione sociale per una comunità che attraverso il rinnovo di questa tradizione, riscopre il proprio senso di appartenenza alla propria terra di origine.
Per tutta la notte tante mani hanno lavorato a quello che stamattina si è rivelato una meraviglia agli occhi dei visitatori.
“L’edizione XXXVII di Florales ha lo scopo primario di onorare l’Eucarestia”, spiega Di Felice, “quest’anno più che in passato non può prescindere dal considerare il difficle momento che il nostro mondo sta attraversando. È per questo che il tema che è sotteso ai 25 quadri è l’accorata preghiera per ottenere dal Signore Misericordia e perdono. Dopo i primi due quadri dedicati alla guerra in Ucraina, si entra subito nel vivo della preghiera, con il segno di Croce e l’invocazione penitenziale del Kirie Elison. La sacra scrittura conferma che è beato l’uomo che osserva i comandamenti e attende fiducioso che il Signore esaudisca la sua preghiera. A Dio conviene la lode e il ringraziamento per i suoi molti doni e la sua onnipotenza. Lo Spirito Santo porterà a compimento l’opera della salvezza e la guida ai passi del credente sarà la parola del Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, maternamente ci assiste nel pellegrinaggio terreno. Gli ultimi quadri riaffermano la centralità del Sacramento”.
I simboli della 37esima edizione
IL NUMERO OTTO E L’OTTAGONO
Nel Medioevo il numero 8 rivestì un valore simbolico molto importante in quanto otto palmi era considerata la misura media di un uomo e le dimensioni date a misura d’uomo soprattutto per indicare la grandezza di una chiesa che era costituita da multipli di otto palmi.
L’ottagono era simbolo di purificazione e di rigenerazione spirituale essendo la figura a cavallo tra il quadrato e il cerchio. L’architettuta di questo periodo utilizzò molto la forma ottagonale per gli edifici sacri e soprattutto per i battisteri. Il progetto di Castel del Monte “il monumento più perfetto fatto edificare da Federico II” fu impostato sul numero 8 e ne rappresenta l’apoteosi. Con il suo perimetro ottagonale le sue otto torri anch’esse ottagonali, con is uoi otto saloni al piano terra e al primo piano, esso fu costruito secondo una precisa scelta simbolica, matematica, astronomica.
Il numero otto comprende sei giorni della Creazione, più il giorno del riposo, dedicato a Dio, più quello della Redenzione, tutt’ora in atto. Nel quadrato a terra è iscritto un ottagono; ne risultano sugli angoli del quadrato quattro triangoli isosceli, simboli delle forze di espansione dal centro.
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