Pescara. Come l’innovazione sta cambiando l’Abruzzo, la finanza, l’economia e l’Italia è stato il tema al centro dell’iniziativa organizzata da Fi.R.A. questa mattina all’Aurum e dal titolo “L’innovazione che cambia l’economia: nuovi modelli e strumenti per competere”.
Obiettivo di Fira era portare finalmente e con consapevolezza anche in Abruzzo il dibattito sul rapporto che lega innovazione, economia e finanza. Così, intorno al tavolo sono stati chiamati i principali interlocutori istituzionali, imprenditoriali e accademici, che a vario titolo supportano la crescita della nostra regione e del Paese in questa dinamica fase di cambiamento.
Quattro panel tematici che, guidati dal medesimo filo conduttore – l’innovazione, appunto -, hanno consentito di conoscere cosa si stia facendo sia dal lato delle istituzioni – regionali e nazionali – sia da quello imprenditoriale e bancario.
Il moderatore Sergio Luciano, direttore di Economy e di Investire, ha subito richiamato l’attenzione sull’uso del termine innovazione, ormai entrato nel lessico quotidiano: “l’innovazione va letta al contempo come un impegno, una necessità e una sfida, che vanno orientati nelle giuste direzioni, con le giuste competenze e risorse”.
Ad aprire l’evento, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, “L’innovazione è un tema centrale nella programmazione dei fondi. Siamo da troppi anni una regione in transizione, ora ci vuole un passo deciso per emergere. La prossima programmazione e tutte le altre sovvenzioni che ci saranno ci daranno l’opportunità per fare questo passo”.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Daniele D’Amario, “Fi.R.A. e il suo presidente D’Ignazio hanno il merito di essersi fatti interpreti della necessità e dell’opportunità di avviare in Abruzzo un serio dibattito sul rapporto tra innovazione ed economia, la Finanziaria Regionale è per noi un giusto partner per portare avanti una progettualità e una programmazione incentrate anche sull’innovazione”.
Sulla stessa linea anche il presidente della Commissione Consiliare Sviluppo economico, Emiliano Di Matteo.
A portare al cuore del tema è stato direttamente il presidente di Fi.R.A., Giacomo D’Ignazio, “Non accompagnare il cambiamento significa subirlo. L’innovazione non ha una unica definizione, ma è declinabile in termini di prodotto, processo e pensiero. Coinvolge il modo di organizzare e gestire il lavoro, l’economia e anche la finanza. La digitalizzazione sta ridisegnando l’industria finanziaria: le App e l’intelligenza artificiale applicate al modo di fare banca sono pensate per incontrare le esigenze e i desideri di clienti sempre più dinamici. La tecnofinanza, ormai sperimentata da molte banche italiane, nasce dalla collaborazione tra banche e startup. Anche Fi.R.A. ha colto questa sfida con il progetto Fi.R.A. Fintech e ora si colloca tra le prime finanziarie regionali ad approcciare alla tecnofinanza. Anche questo è uno dei nostri modi per sostenere le PMI abruzzesi nella gestione delle dinamiche aziendali. La nostra ambizione è che anche per l’Abruzzo nel prossimo futuro nascano aziende fintech e passino i traffici digitali”.
L’intervento del Presidente ha dato il via ai quattro panel tematici, in cui PA, imprese e banche hanno avuto spazio per confrontarsi e dare il proprio contributo.
Nel primo panel “L’innovazione che cambia l’Abruzzo”, i due Direttori della Regione Abruzzo, Emanuela Grimaldi, per il Dipartimento di Presidenza, e Germano De Sanctis, per il Dipartimento Sviluppo economico, hanno spiegato come l’innovazione attraversi la programmazione regionale di qui al futuro.
A seguire, il secondo panel “L’innovazione che cambia la finanza” con Antonio Brughitta, presidente Commissione ABI Abruzzo, Carlo De Simone, EB Finance, Lucio Lamberti, economista ed esperto di mercati finanziari, ci si è concentrati sul rapporto tra tecnologia e banca, dal come il sistema bancario stia rispondendo alla sfida lanciata dall’innovazione per intercettare nuovi mercati e rispondere alle esigenze emergenti dei clienti fino agli strumenti di finanza alternativa e al Fintech.
Del fare impresa contemporaneo si è parlato nel panel “L’innovazione che cambia l’economia” con Vincenzo Di Nicola, responsabile Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale INPS, che con un intervento dinamico ha parlato delle differenze nel creare una startup in Italia e in Silicon Valley, della sua nuova esperienza nella PA e dell’importanza dell’informatica per la crescita del Paese e del suo impegno personale in questo settore; Marco Fracassi, presidente Confindustria Abruzzo, ha sottolineato come sia la presenza di un ecosistema la strada per l’innovazione e ha poi identificato nella finanza alternativa – basket bond e fintech – la vera possibilità per lo sviluppo del sistema imprenditoriale e industriale; a chiudere il panel Giuseppe Mauro, economista, ha fatto un’analisi dell’Abruzzo con dati macroeconomici e ha dato una piccola ricetta una regione per crescere ha bisogno di infrastrutture, percorsi innovativi ed efficienza del sistema bancario.
Di “Innovazione che cambia l’Italia” ha parlato Alberto Bagnai, senatore della Repubblica ed economista, “Fare rete e creare un ecosistema sono sicuramente le basi su cui costruire un sistema economico e Paese capaci di innovare. L’innovazione è anche un modo per ribaltare i costi, a volte comporta un impegno personale in più ma fa risparmiare. Noi dobbiamo darci degli obiettivi e definire le strategie per raggiungerli, fuori dall’Italia ci sono realtà dove lo spazio per l’innovazione è quasi saturo, da noi ce n’è ancora”.
A fare le conclusioni, chiudendo l’evento, è stato Michele Vietti, presidente ANFIR, Finlombarda e Finpiemonte. “L’innovazione che cambia l’economia è un tema cruciale. La capacità innovativa di un Paese o di una regione, intesa come capacità di migliorare costantemente la qualità di beni, servizi e processi produttivi, non solo è determinante per il progresso economico di lungo periodo di imprese, cittadini e territori e incentivo alla produttività complessiva del sistema, bensì è anche fattore per reagire e adeguarsi rapidamente ai mutamenti che si manifestano nei differenti ecosistemi e per cogliere le opportunità di sviluppo connesse a nuovi bisogni, esigenze e aspettative che conseguono a tali cambiamenti”.