L’Aquila. “È stata una notte da incubo e siamo ancora terrorizzate: vedere, senza poter intervenire per il timore di reazioni, giovani che per due volte forzano la porta ed entrano nella chiesa e salgono anche nei piani del convento, oltre all’angoscia e alla paura ha generato in noi la violazione della nostra intimità di religiose di clausura”.
Parla ancora con la voce scossa da quanto vissuto la scorsa notte suor Giovanna, una delle otto monache dell’ordine Celestino, che vivono nel monastero di San Basilio, in pieno centro storico all’Aquila, dove insistono la chiesa e il convento. Suor Margherita, la badessa, nel pomeriggio ha denunciato ai carabinieri una sorta di raid notturno, tra le ipotesi al vaglio una bravata o addirittura riti blasfemi, in concomitanza con la notte bianca all’Aquila che proprio in piazza San Basilio ha visto uno degli appuntamenti più frequentati dai giovani. Le monache di clausura hanno chiamato i carabinieri per due volte, una intorno alle tre per segnalare la presenza di due giovani che dalla chiesa sono saliti nel piano in cui dormono per poi scappare facendo cadere un bicchiere di birra a terra, la seconda intorno alle cinque dopo aver visto un giovane e una giovane nudi nel confessionale della chiesa.
“La prima volta mi sono svegliata sentendo l’ascensore – spiega suor Giovanna all’ANSA -, sono uscita dalla stanza in camicia da notte ed ho visto due ragazzi cercare di aprire la porta della consorella anziana. Non mi sono fatta vedere, con il cuore in gola sono rientrata in stanza, mi sono vestita e poi dopo aver fatto rumore con l’acqua nel bagno e bussando al buio, sono tornata nel corridoio. A quel punto, i giovani sono fuggiti facendo cadere un bicchiere di birra. Abbiamo
chiamato i carabinieri che sono venuti per pochi minuti dicendoci, incredibilmente, che avevamo lasciato la porta della chiesa aperta”. Dopo due ore, un rumore dalla chiesa ha allertato ancora le suore: “Ho sentito trambusto in chiesa – racconta suor Giovanna -, pensavo fosse un’altra consorella, invece, non era lei. Allora siamo scese e lei ha visto un giovane e una giovane nudi nel confessionale. Appena ci hanno visti sono scappati senza abiti. Erano entrati forzando la porta della chiesa. Stavolta, i carabinieri sono tornati e hanno capito che era successo qualcosa di grave. Infatti hanno effettuato i rilievi del caso”.
Suor Giovanna invia un messaggio al Comune dell’Aquila: “quando si autorizzano eventi del genere, il Comune dovrebbe aumentare il livello di vigilanza – spiega la monaca evitando di fare ipotesi sul grave accaduto. Secondo quanto si è appreso, i carabinieri hanno avviato le indagini ed effettuato rilievi, anche fotografici e con l’ausilio della scientifica. La struttura religiosa è stata recentemente restaurata in seguito ai danni post sisma dell’Aquila. Sul posto ieri anche l’ impresa che ha curato i lavori che è intervenuta post sisma.
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