Avezzano. Importante principio espresso dal Giudice del Lavoro del Tribunale dell’Aquila, Dott.ssa Tracanna, sul ricorso di un Amministrativo, Tecnico e Ausiliario. Il ricorrente, rappresentato dall’avvocato Nicoletta Raglione del Foro di Avezzano, si vedeva dapprima inserire nelle graduatorie, di circolo ed istituto, terza fascia del personale Ata, triennio 2021/22, 2022/23, 2023/24 (Uff. Scolastico Territoriale dell’Aquila), con un determinato punteggio e posizione, ma subito dopo vedeva perdere detta posizione, per il mancato riconoscimento dei servizi prestati presso “Amministrazioni statali o Enti locali” in particolare quello svolto presso l’Arssa Abruzzo-Agenzia Regionale per i servizi di sviluppo agricolo-. Detti servizi non sarebbero stati ritenuti valutabili, sul presupposto che l’Ente di cui sopra avesse la natura giuridica di Ente di diritto pubblico e non di Ente Locale e/o Amministrazione Statale.
Il provvedimento, assunto in via d’urgenza dal Giudice del Lavoro dell’Aquila, dando ragione piena al lavoratore, ha invece statuito, con la forza di un importante ed utile precedente, che detti servizi siano valutabili, sul presupposto giuridico che l’ex ARSA, trattandosi di un’Agenzia che opera a stretto collegamento funzionale con il Settore Agricoltura della Regione, ha personalità giuridica di diritto pubblico, con autonomia amministrativa, contabile, patrimoniale e finanziaria, esercita le proprie funzioni nel quadro della programmazione regionale e secondo le direttive impartite dalla Regione, per cui non vi è dubbio circa la sua natura di ente strumentale della regione stessa, il cui personale-peraltro acquisita dalla Regione a seguito della soppressione- aveva un rapporto regolato dalle leggi sul pubblico impiego.
“Insomma, col pronunciamento”, afferma l’avvocato Raglione, “si ristabilisce un sacrosanto principio di buon andamento ed imparzialità, “parità di trattamento”, in linea con quanto disposto dai principi Costituzionali e dalle norme legislative di cui agli artt. 1, 2 e 30 del Dlgs 165/2001. Il lavoratore, traeva dal suo lavoro precario il reddito per sostenere la sua famiglia, moglie e tre figli ed il declassamento avrebbe portato all’esclusione anche dalle prossime assunzioni a termine per via, appunto, del minor punteggio”.