Avezzano. “La Asl dell’Aquila è ormai in una situazione gravissima dal punto di vista della tenuta dei servizi a pazienti e utenti a causa dello stato tremendo in cui continua dover lavorare il personale sanitario e delle promesse non mantenute da parte dei vertici aziendali. Evidentemente è arrivata l’ora di unire le forze e di rivolgerci ai tribunali”.
Nuovo grido d’allarme all’Aquila e provincia da parte del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. “Sono passati tre mesi dalla dichiarazione dello stato di agitazione per carenza del personale sanitario – afferma in una nota Chaled Milhem, segretario aziendale aquilano –. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: la sanità pubblica offerta dalla Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila non fa altro che peggiorare”.
“Posso affermare senza timore di essere smentito – prosegue il sindacalista – che non c’è solo a rischio la salute di pazienti ed utenti, ma anche quella del personale sanitario che è ancora costretto, a due anni e mezzo dallo scoppio della pandemia, a lavorare in condizioni tremende, con turni raddoppiati, senza riposi, né ferie, tra colleghi che continuano ad ammalarsi di Covid-19 e con una ormai conclamata difficoltà di comunicazione con chi dovrebbe garantire loro una dignità lavorativa, che è fatta di diritti e non solo di doveri, purtroppo scomparsa da tempo”.
“Per i vertici aziendali deve essere facile gestire così una situazione del genere – prosegue Milhem –, basta dire no alla mobilità, no ai comandi, no alla stabilizzazione, no alla pronta disponibilità, no alla vestizione, no ai buoni pasto, no ai riposi. Una sfilza incredibile di no, dopo che erano state fatte promesse, mai mantenute, per andare in direzione diametralmente opposta. E a chi chiede informazioni, nella maggior parte dei casi non viene risposto nulla”.
“A chi si presenta come candidato sindaco dell’Aquila – conclude l’esponente del Nursind – dico questo: quando si chiede il voto a persone che lavorano in una categoria messa in croce, sappiate che si parla di lavoratori e lavoratrici che non possono permettersi di lasciare i pazienti e gli utenti per andare a riempire le piazze e le conferenze stampa. Ed ai colleghi sindacalisti, invece, chiedo di smetterla di elemosinare i nostri diritti costituzionali credendo in una trattativa che si è dimostrata assolutamente impossibile da portare avanti. Andiamo tutti uniti nelle aule di tribunale in rappresentanza dei nostri colleghi che vanni avanti con impegno e sacrificio, elementi dal valore inestimabile per garantire la salute dei cittadini”.