Cerchio. C’è un uomo vedovo con quattro bimbe piccole. Una nonna di 67 anni con la nipotina che ha perso entrambi i genitori. E poi ci sono tanti bimbi che non hanno nessuno se non le operatrici che si occupavano di loro in un orfanotrofio dell’Ucraina.
Con le bombe della Russia sul loro Paese, hanno affrontato un lungo viaggio che li ha portati in Italia e ora hanno gli abbracci della comunità di Cerchio e della Marsica intera. Sono i bimbi orfani arrivati da qualche giorno nel piccolo paese della Marsica, che non si è tirato indietro davanti alla richiesta di accoglienza di chi scappa dalla guerra. Hanno tutti dai cinque ai dodici anni.
Nel giro di pochissime ore sono tantissime le donazioni arrivate in quella che fino a qualche anno fa era una scuola dismessa e di cui ora si occupano gli alpini della locale sezione. “All’inizio ci siamo dovuti rimboccare le maniche”, ha raccontato ieri sera Angelo Fasciani, a capo del Gruppo Alpini di Cerchio, che si è mosso per gestire l’emergenza con il gruppo Ana.
È sera e i bambini hanno da poco finito di cenare. All’atrio ci sono Antonio Ranalli e Gianluca De Michele. Fanno parte della Protezione civile e quando arriva qualcuno con bustoni e scatoloni, sorridono aprono gli sportelli delle auto e portano al piano superiore tutte le donazioni. La mattina arrivano le volontarie del paese e smistano tutto.
Tra loro c’è Patrizia Polla. Da qualche tempo gestisce il museo del paese, che racconta la storia contadina di Cerchio, tra tradizioni popolari e riti religiosi. Viene da una famiglia che quella storia l’ha raccontata e “impaginata” per anni. Conosce il cuore grande dei suoi compaesani e degli abruzzesi tutti.
I volontari hanno tutti i volti stanchi. Da quando sono arrivati i bambini sono tornati a casa solo per fare una doccia veloce e per salutare la famiglia. Ma sono lì, con un sorriso e con tanti abbracci da dare.
Mentre chiediamo di cosa si ha bisogno, esce un bimbo. È vivace. Ride anche del fatto che non capiamo la lingua. Patrizia scherzando gli dice “Basta” e lui ridendo imita la sua voce e prova a dire la stessa parola. Abbraccia tutti. È un po’ irrequieto ed eccitato e allora Patrizia lo prende in braccio e lo coccola un po’.
Poi escono due donne e lo riprendono dentro. Si stanno preparando per andare a dormire.
“All’inizio eravamo preoccupati di trovarli moralmente molto giù”, confida Polla, “ma poi abbiamo trovato solo sorrisi e giochi”. Al di là della porta vedo di sfuggita una bimba seduta a un banchetto. Ha i capelli biondo platino e sta disegnando su un foglio una bandierina gialla e blu e una verde, bianca e rossa. Sono le stesse appese nelle stanze.
Qualcuno di loro già tra qualche giorno potrà lasciare la struttura per raggiungere una casa famiglia, forse fuori regione. A Cerchio una casa famiglia c’è. Non ha ospiti al momento, non è funzionante. Ora si sta gestendo l’emergenza. Il sogno è quella di riaprirla per far rimanere almeno qualcuno a Cerchio ma sono necessari dei fondi.
Tutti hanno donato qualcosa nel paese ma non solo: dalla Marsica intera: i supermercati hanno portato cibo, i negozi hanno offerto materassi, vestiti. “Qui sono arrivate storie davvero molto tristi, davvero di grande disperazione”, concludono Fasciani e Polla, “ma noi facciamo tutto quello che ci è possibile per far stare bene tutti loro”.
“La struttura ha ricevuto la visita di questura, prefettura, tribunale dei minori”, conclude Polla, “facciamo tutto nel rispetto delle regole e ci mettiamo il massimo per fare del bene”
Le testimonianze
La visita della pro loco di Gioia dei Marsi
“La Pro Loco di Gioia dei Marsi non resta indifferente alle richieste di aiuto,all importanza di esserci e mettersi a disposizione dell’altro”, scrive sui social Andrea Longo, “oggi abbiamo risposto all’aiuto del Sindaco di Cerchio Gianfranco Tedeschi donando beni alimentari ai 45 bambini ospitati nelle strutture comunali. A breve partiranno altre iniziative per sostenere al meglio la catena della solidarietà per l’emergenza umanitaria che vede coinvolto il popolo Ucraino. Confidiamo nella generosità dei cittadini di Gioia dei Marsi”.