Avezzano. Una campagna di comunicazione e sensibilizzazione per far sì che l’orso bruno marsicano sia rispettato e tutelato. Così da vivere in sicurezza nei posti in cui nasce e cresce. Il volto, è quello del noto cabarettistica abruzzese ‘Nduccio, che è entrato a far parte ufficialmente del Wwf e che promette il tesseramento di tutta la sua famiglia.
È stato presentato ufficialmente questa mattina, nell’auditorium del Museo universitario di Chieti, lo spot realizzato con le immagini girate nell’Oasi Wwf e Riserva Regionale Gole del Sagittario, a cui ha prestato il volto l’artista abruzzese per lanciare un messaggio che arrivi a quante più persone possibili, per far sì che quello che è accaduto al cucciolo di Amarena, richiuso in un recinto dell’area faunistica di Palena, in provincia di Chieti, non accada più.
Proprio questa mattina, il Parco della Maiella ha lanciato una nota alla stampa in cui diffondeva le immagini dell’orso, catturato domenica scorsa a Roccaraso, la località di montagna in cui l’animale aveva deciso di soggiornare, tra piste da sci, pasticcerie e boschi incantati.
Qui però non ha trovato il favore di molti, a differenza dei paesini marsicani come Bisegna, Ortona dei Marsi, San Sebastiano oppure anche Villetta Barrea, dove gli orsi passano in paese e nessuno grida allo scandalo e nemmeno si mette lì a filmare o a rincorrere per farsi lasciare like sui social.
E così, la campagna di comunicazione, che come ha spiegato il Wwf era già stata preparata nei mesi scorsi, oggi ha un sapore amaro. Anche per gli “addetti ai lavori”, che hanno perso l’occasione di gestire l’animale in natura, dimostrando al mondo che l’Abruzzo è in grado di far coesistere un animale in via di estinzione e i turisti appassionati di plantigradi e cartoni animati che li ritraggono a mangiare miele e a non far del male a nessuno.
La cattura di Juan Carrito cancella anni e anni di ricerche scientifiche, di guardie parco del Pnalm che si erano ripromesse “Yoga sarà l’ultimo orso in cattività”, di studi sugli orsi confidenti e problematici. Di orsi che sono cambiati, come è cambiato il mondo, che produce più spazzatura e più inciviltà. Quella che attira un animale problematico che arriva ai cassonetti e trova la cena a base di immondizia pronta lì per essere mangiata. Oppure trova cibo lasciato da qualche turista o esercente che lo vuole lì vicino per esibirlo. Come quasi un animale da circo. Esattamente come le orse attualmente “vicine di casa” di JC.
L’epilogo di Juan Carrito è triste ed è dei peggiori. Ma il Parco della Maiella ha promesso: “La soluzione dell’area faunistica è solo temporanea”. Il direttore e il presidente del Parco in cui è andato a finire sulle sue zampe, l’orso marsicano, rispettivamente Luciano Di Martino e Lucio Zazzara, hanno promesso: “È una riabilitazione alla natura e alla montagna”.
E quindi ora rimangono i sostenitori della libertà di Juan Carrito, che hanno lanciato l’hashtag #juancarritolibero e hanno avviato anche una petizione on line per raccogliere firme per chiedere la libertà dell’orso.
Di fatto, soprattutto per gli spettatori di “Orsitudine”, lo spettacolo realizzato su commissione del Pnalm dalla compagnia teatrale Lanciavicchio, che racconta la vita dell’orso vicino all’uomo che prima ne fa un oggetto di marketing e poi ne diviene “vittima”, il destino dell’animale è segnato.
Nonostante le rassicurazioni che tornerà di nuovo in natura. E ora “sta mangiando cibi naturali”. Però glieli sta dando l’uomo, mentre lo tiene dentro un recinto. Perché a Roccaraso i secchi antiorsi arriveranno con i soldi del Pnrr, il piano di resistenza e resilienza pensato per l’emergenza covid. Insomma, in un corridoio naturale, favorevole alla dispersione in montagna dell’orso, libero di “colonizzare” nuovi territori così da non rimanere confinato in aree dove se se ne ammala uno con un batterio che si trova nelle feci di una mucca si ammalano tutti, i soldi dei cassonetti li dovrà necessariamente portare l’emergenza sanitaria legata al pipistrello cinese. Sennò questi soldi pare non si trovino diversamente.
Intanto associazioni e parchi hanno insieme un progetto Life che porterà in Abruzzo, ancora una volta, tanti soldi. Perché come disse una volta una nonnina della “Vallelonga”… “Addò stane j’ursi, ce arrivane sembre i sordi”.
LE VIDEO INTERVISTE
Caso Juan Carrito in recinto: Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo
Tutela dell’orso bruno marsicano, Dante Caserta vicepresidente Wwf Italia
Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo: “Con orsi comportamenti sbagliati”
Comunicazione su orso bruno marsicano, Luciano Di Tizio (ex delegato WWF Abruzzo)
Il cabarettista ‘Nduccio per l’orso bruno marsicano
Il video della conferenza stampa registrato in diretta a Chieti
Lo spot realizzato da ‘Nduccio
La nota alla stampa del Wwf
‘Nduccio con il Wwf a difesa dell’orso bruno marsicano (La diretta)