Era il 6 aprile 2009, ore 3:32, come non ricordarlo? Il terremoto che ha devastato L’Aquila e dintorni, provocando centinaia di morti, ha scosso non poco l’opinione pubblica. Nei mesi successivi al sisma, è stato l’argomento preferito di politici, giornalisti e trasmissioni televisive.
Molto si è detto sulla ricostruzione: false speranze, fallaci promesse, finte consolazioni. L’intera popolazione nazionale si è mobilitata per inviare aiuti ai propri connazionali in difficoltà, così come società ed enti internazionali. L’argomento è stato affrontato finché utile, poi il vuoto. Come sono stati spesi quei soldi? L’aiuto è stato effettivamente dato? Perché i giornalisti non si sono più preoccupati delle famiglie terremotate? Per non parlare dei politici!
A tre anni dal terribile sisma, il giovane regista Paolo Santamaria ha realizzato un breve video-documentario sulla situazione, vissuta personalmente, del piccolo borgo di Paganica. Le sue immagini sono pervase dal senso di malinconia e di congelamento che si respira nella “red zone”, trasmettendo allo spettatore l’angoscia di quei momenti tremendi, arrivando alla catarsi, a una purificazione dell’animo. Al termine della testimonianza visiva s’insinua spontanea una domanda: perché tutto sembra essere fermo a quella terribile notte? Il breve documentario porta lo spettatore alla riflessione, pensando a tutte quelle famiglie che abitavano l’afflitto borgo di Paganica. Non c’è più speranza né futuro tra le macerie…
Spero che i lettori di MarsicaLive aiutino Paolo a diffondere il suo video-documentario, che fotografa la realtà effettuale della situazione di Paganica, non diversa da altri piccoli centri della Provincia.