Luco dei Marsi. Oggi, Papa Francesco, ultimando il suo viaggio in Grecia, visita i rifugiati fermi nell’isola di Lesbo, stringendo mani, accarezzando bambini, donando sorrisi e parole di conforto.
“Sono qui per guardarvi negli occhi” sostiene con premurosa gentilezza, per invitare tutti e ognuno alla compassione ed alla misericordia. Del resto, anche a noi Dio potrebbe chiedere, come chiese a Caino, nell’abisso incommensurabile della coscienza: “Dov’è tuo fratello?”
Anche una poesia può trasformarsi in una delle armi più efficaci, abbattendo muri e fili spinati e realizzando la rivoluzione, per la libertà dalla povertà e dall’oppressione, con un canto d’amore.
Naufraghi.
Quando nel cuore il canto di sirena
Si fece grido di silenzio riflesso
Negli occhi acerbi boccioli
Gonfi di mare si spense
Con l’ultima stella l’aria disfatta.
L’onda che squarcia e devasta
Affondò la barca gremita di vita
E nessuno raccolse gli uccelli-uomini
Caduti dal nido sulla tenebra che sa
D’inverno a sigillare approdi con mesti
Sepolcri di reliquie sparpagliate nell’ignoto.
Il mondo crudele non si fece porto
D’approdi felici né golfo riparo d’amore
Ma solo fondale di fango a seppellire anime.
Lucenti apparizioni di ali spezzate ora
Salgono festose sul carro dell’Orsa Maggiore
Dove nascono pensieri di pace e melodie di brezza.
Nelle vallate di viole e verbene affonda un seme senza nome
perché nessuno dei nostri fratelli manchi all’umana famiglia.