Avezzano. MarsicaLive.it ha seguito in anteprima la pellicola di Stefano Chiantini, ieri sera, in una gremita sala del cinema Astra di Avezzano, città natale del regista, con protagonista Asia Argento in una veste assolutamente inedita. Il film, molto applaudito dal pubblico all’ultimo Festival di Toronto, è la storia delicata, sottile ed intrigante di tre diverse solitudini che si incontrano e si incrociano, nello scenario suggestivo e poco cinematograficamente sfruttato delle isole Tremiti; ma è anche un esperimento unico sul piano distributivo; la pellicola infatti, prodotta da Gianluca Arcopinto, è sbarcata ieri nelle sale cinematografiche e già dal 16 maggio sarà on line per la visione in streaming. Le isole Tremiti fanno, come detto, da sfondo alla vita di don Enzo interpretato da Giorgio Colangeli; l’anziano parroco è il fulcro della storia raccontata da Chiantini. Una serie di disgrazie e coincidenze portano Martina, interpretata dalla bella e brava Asia Argento, che cerca di mostrare un lato di sé davvero lontano dal cliché di bad girl da cui cerca a fatica di liberarsi, a vivere e convivere il parroco. Don Enzo è il prete dell’isola, ma anche il tutore di Martina, accanto a lui la sorella Wilma, sempre presente, opportunista, ma in fondo sensibile ed affettuosa. Martina è una giovane ragazza che si è chiusa in se stessa e si rifiuta di parlare con gli altri, le sue uniche amiche sono le api e la sua unica gioia è il dolce sapore del miele; almeno fino alla comparsa di Ivan, interpretato dall’affascinante attore ceco Ivan Franek, già protagonista di Brucio nel vento di Silvio Soldini, un immigrato che conquisterà lentamente la fiducia e l’amore di Martina e l’affetto di don Enzo, nonostante una lunga serie di ostacoli. Assistiamo alla cadute delle barriere e all’allontanarsi della tristezza che aleggiavano nella piccola casa del prete. A scandire il progressivo cambiamento è il mutare dei silenzi che inizialmente sono profondi e intrisi della solitudine dei personaggi ma che man mano si diradano per condurci all’epilogo di questa storia sull’incomunicabilità. L’opera appare tenue ma suscita un impatto emozionale forte, che invita alla riflessione su tanti temi dei tempi moderni. È la stessa Argento a fornirci spunti interessanti quando dice: “è un film a cui tengo tantissimo, sono fiera di averlo fatto. Il mio è uno di quei personaggi che capitano raramente, in carriera. Una storia senza tempo, commovente: soprattutto l’incontro con l’immigrato clandestino. Un essere umano che, come me nel film, non ha voce. La violenza contro gli stranieri, i deboli, chi sta male, è orribile”. Mostrare al pubblico le relazioni tra le persone è l’obiettivo di Chiantini nel suo film, ci riesce in pieno e fa di più, stimola la riflessione e scruta la più intima emozione. Gianluca Rubeo