Avezzano. “I Team Members Meetings (TMM, incontri dirigenza–dipendenti), che hanno preso il via subito dopo le assemblee sindacali in cui i delegati hanno denunciato, oltre alla mancanza di dialogo con la proprietà, una totale assenza di informazioni sui piani industriali e la tenuta occupazionale, la continua fuga di personale e la precarizzazione dei ruoli tecnici e espresso preoccupazione per la salute dei lavoratori e per la sicurezza del sito, hanno alimentato ulteriori sospetti sui temi che motivano lo stato di agitazione”.
Lo fanno sapere le rsu aziendali in una nota, che continua:
“Dal punto di vista industriale, l’annuncio di Sparc –di cui ancora poco si conosce in termini societari e che parla ai dipendenti solo attraverso l’AD (niente mail , niente pagine web, niente visite da parte dei soci fondatori…)– circa l’acquisizione di altri siti, non mette affatto al riparo Avezzano dalla competizione per assicurarsi il carico della linea e desta non poche perplessità l’affermazione che la partita si gioca SOLO IN TERMINI economici e NON qualitativi , ovvero PRODUCE CHI COSTA MENO!
Non rassicura neanche l’annuncio dell’introduzione di diversi dispositivi power nel prossimo futuro poiché non vi è alcuna garanzia che verranno prodotti in Italia, ad Avezzano, dove non vi sarebbero comunque macchine idonee sufficienti.
Ingannevole il proclama sull’aumento dei costi delle materie prime che poco dice in termini amministrativi ed industriali se non posto in relazione ai ricavi. Perplime che allo “shortage” di silicio non si sia provveduto per tempo con adeguate scorte di magazzino, mettendo i costi al sicuro rispetto alle fluttuazioni di mercato
anche per altri servizi.
Persecutorio il tono con cui si pone l’accento sull’aumento dei costi del lavoro interinale cui sembra si debba ricorrere a causa dell’aumento dell’assenteismo: singolare affermazione da parte di una proprietà che non vuole discutere di carichi di lavoro e contratti di espansione e che mette in ferie forzate i dipendenti! NOTA per l’AD che si è risentito per l’imprecisione dei numeri diffusi dal sindacato circa le lavoratrici e i lavoratori non più in costanza di rapporto di Lavoro con LFoundry: poiché tiene a precisare che sono 110 e
non 173, come riportato nei comunicati stampa, possiamo solo dargli ragione in quanto, in effetti, le visure camerali dicono che nel 2019 la Lfoundry aveva 1471 dipendenti contro i 1311 di oggi evidenziando un saldo negativo pari a 160 persone. A questi si aggiungono i 60 lavoratori interinali allontanati dopo tanti anni di servizio per mancata stabilizzazione, quelli erano a tutti gli effetti LAVORATORI di Lfoundry. Il conto sale quindi a 220 lavoratori persi… Sconvolgono i costi di gestione e del lavoro descritti che, se letti in relazione al fatturato dichiarato ed in assenza del quadro completo, descriverebbero una azienda in default!
Oggi più di ieri abbiamo bisogno di fare luce sui paradossi di LFoundry e non possiamo farlo da soli. Un sentito ringraziamento alle lavoratrici ed ai lavoratori che, continuando a disertare i TMM, oltre a dar luogo ad una forma di protesta nei confronti della proprietà, esprimono una piena fiducia a questa RSU”.
anche per altri servizi.
Persecutorio il tono con cui si pone l’accento sull’aumento dei costi del lavoro interinale cui sembra si debba ricorrere a causa dell’aumento dell’assenteismo: singolare affermazione da parte di una proprietà che non vuole discutere di carichi di lavoro e contratti di espansione e che mette in ferie forzate i dipendenti! NOTA per l’AD che si è risentito per l’imprecisione dei numeri diffusi dal sindacato circa le lavoratrici e i lavoratori non più in costanza di rapporto di Lavoro con LFoundry: poiché tiene a precisare che sono 110 e
non 173, come riportato nei comunicati stampa, possiamo solo dargli ragione in quanto, in effetti, le visure camerali dicono che nel 2019 la Lfoundry aveva 1471 dipendenti contro i 1311 di oggi evidenziando un saldo negativo pari a 160 persone. A questi si aggiungono i 60 lavoratori interinali allontanati dopo tanti anni di servizio per mancata stabilizzazione, quelli erano a tutti gli effetti LAVORATORI di Lfoundry. Il conto sale quindi a 220 lavoratori persi… Sconvolgono i costi di gestione e del lavoro descritti che, se letti in relazione al fatturato dichiarato ed in assenza del quadro completo, descriverebbero una azienda in default!
Oggi più di ieri abbiamo bisogno di fare luce sui paradossi di LFoundry e non possiamo farlo da soli. Un sentito ringraziamento alle lavoratrici ed ai lavoratori che, continuando a disertare i TMM, oltre a dar luogo ad una forma di protesta nei confronti della proprietà, esprimono una piena fiducia a questa RSU”.