Roccaraso. Questa mattina presto si è svolta la traslocazione dell’orso Juan Carrito. Il personale tecnico scientifico e veterinario dei Parchi Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della Maiella in collaborazione con i Carabinieri Forestali e ha proceduto alla cattura dell’orso M20, ovvero Juan Carrito, per la traslocazione dalla zona di Roccaraso ad una zona naturale ed isolata situata nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
L’orso si è risvegliato e lo stanno monitorando, così come verrà fatto nei giorni a venire.
L’obiettivo è quello di provare ad indurre l’orso a modificare il proprio comportamento fortemente condizionato dal cibo antropico e da una estrema confidenza nei confronti della persone, inducendolo ad un, si spera, sempre più prossimo svernamento, rilasciandolo in un contesto montano isolato. Juan Carrito è un orso condizionato e confidente, monitorato costantemente da maggio scorso anche grazie ad un collare GPS, che è stato protagonista di diverse scorribande, non ultima quella in una pasticceria del centro di Roccaraso, luogo in cui si è praticamente stabilito da circa 2 mesi e, approfittando dell’assenza di misure di prevenzione adeguate e della continua accessibilità a risorse alimentari di origine antropica, fra cui rifiuti all’interno dei cassonetti RSU e cibo offerto da alcune persone, ha rafforzato il suo comportamento confidente e condizionato, su cui certamente hanno influito le sue origini: figlio di Amarena cresciuto in un ambiente fortemente antropizzato. L’insieme delle condizioni in cui M20 ha passato gli ultimi mesi ha contribuito a rafforzare il suo condizionamento verso il cibo facile, vanificando gli sforzi messi in campo. Inoltre, volendo guardare ai prossimi mesi, la giovane età, la sua indole e la presenza costante di cibo sono alcuni degli elementi che possono contribuire a ridurre la durata del periodo di svernamento, aumentando notevolmente quindi il rischio che l’orso possa continuare a frequentare il centro abitato di Roccaraso, che essendo la più grande stazione sciistica dell’Appennino, durante la stagione invernale registra presenze di migliaia di turisti, certamente impreparati all’incontro con un orso, con gravi rischi sia per l’incolumità pubblica, sia per l’orso stesso.
Tutto questo ha reso necessaria l’operazione odierna al fine di:• decongestionare la situazione nel comprensorio di Roccaraso e zone limitrofe, dove nel corso delle ultime settimane si sono moltiplicati i passaggi all’interno del centro abitato;• tentare ulteriormente di favorire un cambiamento di comportamento dell’orso in un contesto non antropizzato, favorendo il letargo;• creare una finestra temporale per attuare immediati interventi gestionali (messa in sicurezza dei cassonetti RSU) e superare il periodo di maggior affluenza turistica.
La pianificazione dell’intera operazione odierna, e la contestuale scelta del luogo di rilascio, è stata realizzata sulla base di un lavoro di analisi e valutazione svolto congiuntamente dai tecnici del PNALM del PNM e della Regione Abruzzo, che ha chiesto l’autorizzazione alla traslocazione al Ministero della Transizione Ecologica, autorizzazione rilasciata nei giorni scorsi, previo parere favorevole dell’ISPRA. La scelta del luogo di rilascio, benché non proprio ideale, perché sarebbe opportuno allontanare maggiormente Carrito dalla zona in cui è cresciuto, è ricaduta nel PNALM per motivazioni di natura logistico-operativa, biologica e amministrativa. Fondamentale nell’operazione il ruolo dell’Arma dei Carabinieri che ha assicurato anche la disponibilità di un elicottero per effettuare la traslocazione da Roccaraso all’area di rilascio. In altri contesti nazionali e internazionali un orso come Juan Carrito sarebbe stato con tutta probabilità messo in cattività. Lo diciamo in virtù del fatto che, come vi abbiamo raccontato, in questi mesi (Juan Carrito story’s) sono stati interpellati diversi esperti e tutti hanno compreso la delicatezza della situazione. Nel dover agire per provare tutte le possibili soluzioni per lasciare libero M20 una delle azioni da mettere in campo su cui tutti gli esperti si sono trovati d’accordo è proprio la prova della traslocazione, dapprima nel Parco e poi, se non dovesse funzionare, eventualmente in territori più lontani. Abbiamo l’obbligo di attuare tutte le soluzioni possibili per garantire a J.C, un orso bruno marsicano, una vita libera. Nei prossimi giorni saranno pubblicati aggiornamenti circa gli sviluppi dell’operazione svolta.
Foto: Francesco Lemma