Avezzano. In città è allarme criminalità dopo i furti in appartamento e le rapine dei giorni scorsi, l’ultima delle quali con un bottino di oltre 180mila euro prelevato dalla Banca popolare di Lanciano e Sulmona di via Garbaldi ad Avezzano. Allo stesso tempo le forzedell’ordine sono sotto organico. Il territorio marsicano è di quasi duemila chilometri quadrati e conta 130mila abitanti. Però ci sono solo due compagnie dei carabinieri, quelle di Avezzano e di Tagliacozzo, e un commissariato di Polizia. Ad Avezzano inoltre i vigili urbani invece di 63 previsti in organico sono 43. L’escalation di episodi criminali ha portato all’intervento di maggioranza e opposizione consigliare di Avezzano. L’esponente di maggioranza, Alfredo Iacone, ha sostenuto che «l’incremento dei casi di furto nelle abitazioni è una conseguenza dell’aumento di immigrati clandestini in città. La maggior parte degli arresti per reati di furto risultano commessi da clandestini che non hanno un lavoro e sono costretti, per vivere, a rubare o a spacciare. Ciò significa», secondo il consigliere di maggioranza, «che c’è una diversificazione della malavita. Per questo tipo di criminalità la soluzione sta tutta nel risolvere il problema dell’immigrazione clandestina. Non si tratta di razzismo», ha aggiunto Iacone, «che in questo caso non c’entra nulla, ma di ovvie problematiche sociali. La soluzione», dichiara, «sta nel tenere alta la vigilanza sulla presenza di immigrati senza lavoro, anche per tutelar quegli immigrati che il lavoro ce l’hanno e che sono in regola». Secondo Iacone, se anche una minima percentuale di stranieri presenti in città è clandestina e senza lavoro, quelli che per vivere scelgono la criminalità sono numerosi. «Dei 3 o 4mila stranieri presenti ad Avezzano, basta che ci sia un 10 per cento irregolare per far sì che 300 o 400 persone sono costretti a rubare. La soluzione è intensificare i controlli sugli immigrati per dar vita di fatto a un’azione preventiva». Di diverso parere il consigliere di minoranza Roberto Verdecchia, del gruppo di Rinnovamento e Partecipazione, secondo cui alla base del crescente fenomeno ci sarebbero le problematiche sociali e occupazionali. «E’ il risultato», ha dichiarato, «di un sistema che non va, è espressione di un malessere generalizzato dovuto alla crisi occupazionale e sociale. Non sono da temere le rapine portate a termine da professionisti», ha affermato , «in cui gli incidenti di percorso sono episodi rari. Il vero problema è la piccola criminalità diffusa e la droga. Per quanto riguarda l’immigrazione clandestina, Verdecchia sostiene che «gli stranieri creano soprattutto fenomeni di spaccio, ma il vero problema sono gli acquirenti e i consumatori. «Nella quasi totalità dei casi», afferma, «si tratta di italiani». Un altro problema riguarda l’organico sottodimensionato delle forze dell’ordine.