Avezzano. “Oggi si compie l’ottantesimo compleanno del maestro più celebre la mano Riccardo Muti”. Inizia così la nota del tenore Aleandro Mariani che dedica un pensiero al maestro Muti nel giorno del suo compleanno.
“Ricordo la prima volta che lo vidi. Ero a Ravenna nella sua casa adottiva sotto la direzione e supervisione di sua moglie Cristina Mazzavillani Muti, il primo incontro però con il maestro Riccardo Muti lo ebbi a Piacenza mentre stavo debuttando l’amico Fritz di Pietro Mascagni, lui era con la sua orchestra “ là cherubini” a provare il concerto per il premio Pavarotti di Modena. La prima volta che lo vidi quasi non ci credevo che fosse vero, il Grande maestro Muti ad un metro da me.
Così decisi di impegnarmi per lavorare un giorno con lui o almeno avere l’onore di farmi ascoltare da lui. Per poco mancai l’appuntamento nel 2015 con la Traviata, quando la grande Soprano Renata Scotto mi fece un’audizione lampo in teatro Dante Alighieri di Ravenna per sostituire il tenore e farmi cantare visto che già mi conosceva. Ma io, pur di non fare un torto ad un amico collega negai di conoscere l’opera. Ma nel 2017 ci riuscii a farmi ascoltare da lui e ad avere il privilegio di studiare con lui. Era di pomeriggio in teatro a Ravenna e stavo debuttando Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, quando prima di riprendere la prova, il direttore di palco mi chiama dall’Interfono, e mi avverte che la prova riprendeva dalla mia romanza “mamma quel vino e generoso”, nel frattempo tutti i miei amici vennero in camerino e mi dissero “Aleandro è venuto il maestro Muti a sentirti”.
In quel momento mi concentrai e dissi è arrivato il mio momento, quel momento tanto atteso.
E con disinvoltura uscì in scena e cantai, ricordo che il maestro si mise bel penombra per non farsi accorgere quasi come per non farsi vedere, forse aveva paura di intimorirmi. Finito di cantare ricordo che mi disse: bravo, bellissima voce, voglio solo permettermi se mi autorizzi a darti qualche suggerimento. E così sali sul palco mi mise una mano sulla spalla mi diresse e mi diede dei suggerimenti preziosissimi.
Ricordo che poi torno all’ultima mia recita, finita la recita lo andai a salutare e mi disse bravo hai fatto tutto quello che ti ho detto. Hai mangiato? No maestro risposi e lui mi disse bene allora andiamo a mangiare insieme. Da lì nacque un legame, forte ed ogni tanto sentire lui o sua moglie Cristina mi fa stare davvero molto bene. Devo molto alla famiglia Muti”.