Avezzano. Nuova udienza, dopo 11 anni, nel processo per presunta corruzione nel post sisma a carico di Daniela Stati, del padre Ezio, dell’ex marito Marco Buzzelli, e degli imprenditori Vincenzo Angeloni e Sabatino Stornelli. Ieri è stato ascoltato dal collegio guidato dal giudice Zaira Secchi, l’allora presidente di Abruzzo engineering Francesco Carli. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche Ezio Stati che ha ribadito la sua estraneità ai fatti contestati, ripercorrendo passo passo ogni accusa a sua carico.
Carli, rispondendo alle domande dei magistrati, ha spiegato la vicenda legata al problema occupazionale che in quel periodo stava interessando la società per azioni totalmente partecipata dalla Regione Abruzzo. Ha motivato i suoi interventi nei confronti della Regione, e quindi dell’allora assessore Stati, finalizzati a sollecitare la soluzione del problema che stava gettando sul lastrico decine di lavoratori. Ezio Stati, tra le altre cose, è entrato nel merito sulla questione dell’anello affermando che si trattava di un regalo dell’ex marito della figlia a Daniela Stati e che Angeloni si era offerto di fare soltanto da tramite per l’acquisto.
L’inchiesta riguardava una presunta attività illecita finalizzata a ottenere il vantaggio per essere inseriti nella lista di beneficiari per fatti e atti connessi alla ricostruzione del post terremoto all’Aquila. La vicenda portò all’arresto di Ezio Stati, all’interdizione della figlia, all’epoca assessore regionale alla Protezione civile, al fermo dell’ex marito Buzzelli e degli ex dirigenti della Valle del Giovenco calcio, Vincenzo Angeloni e Sabatino Stornelli.
La Stati avrebbe agito in qualità di assessore regionale, attraverso la fattiva partecipazione del padre Ezio e di Buzzelli, per agevolare Angeloni e Stornelli. I due si sarebbero mossi rispettivamente quale referente delle società di calcio Valle del Giovenco e Auxilium Tech il primo, e come amministratore delegato di Selex Se. Ma. spa e presidente della società Valle del Giovenco, il secondo. La Stati avrebbe ottenuto un diamante. Per Buzzelli ci sarebbe stata la nomina a consulente della Selex. A Ezio Stati era contestata la regalia di un televisore 40 pollici («grosso grosso» stando a un’intercettazione) e di un iPhone.
Stati, che da undici anni si ritiene vittima di “malagiustizia”, quattro anni fa ha anche presentato un’istanza al ministero della Giustizia, al procuratore generale della Corte d’appello dell’Aquila e al procuratore generale della Corte di cassazione a Roma. Un esposto in cui si chiedeva “una verifica disciplinare sulla condotta dai magistrati dell’Aquila”, dove inizialmente era radicato il processo. Gli Stati e Buzzelli sono difesi dall’avvocato Alfredo Iacone mentre Angeloni dall’avvocato Antonio Milo.