Avezzano. La procura della Repubblica di Avezzano ha aperto un’inchiesta sulla morte di Umberto Bianchi, 28enne di Avezzano, morto l’altra notte in un incidente a Pietragrossa, località di Paterno, già molte volte, purtroppo, teatro di incidenti molto gravi.
In queste ore gli inquirenti stanno ricostruendo quanto accaduto l’altra notte, quando Bianchi si è messo alla guida di una 147 che però non era sua. Stava riaccompagnando a casa l’amico che viaggiava con lui nel posto del passeggero, un ragazzo di origine albanese che si trova ancora in ospedale, in prognosi riservata. Non è però in pericolo di vita.
I genitori non si erano preoccupati per non aver visto rincasare il figlio, in quanto spesso dopo il lavoroo o anche la sera, rimaneva a riposare in un grottino di famiglia.
La famiglia di Bianchi ha dato incarico all’avvocato Crescenzo Presutti di tutelare i diritti del figlio morto prematuramente.
Il procuratore Maurizio Maria Cerrato ha disposto un esame sull’auto in quanto sembrerebbe che non avesse la dovuta manutenzione. Ma sono per ora solo ipotesi che andranno accertate con tutti i rilievi del caso. Questa mattina ci sarà anche una ricognizione sul corpo del giovane che ha perso la vita sul colpo, nel violento schianto.
Le indagini sono a cura dei carabinieri della compagnia di Avezzano.
Intanto tutti gli amici del giovane ieri si sono riversati sulla sua bacheca Facebook per lasciare un ricordo o un’immagine. Bianchi era un ragazzo pieno di vita, buono con tutti, un compagnone e aveva tante comitive con cui ha condiviso serate, affetti. E aveva un cuore grande, d’oro.
La sua bacheca è piena di foto dove è abbracciato affettuosamente da tanti giovani che ora sono straziati dal dolore. Lo chiamavano “Zio Umberto” o “Umbertino”, erano i suoi nomignoli.
Lavorava nei campi a Fucino ma aveva avuto un’esperienza a Lancia gomme ad Avezzano ed era un grande appassionato di pesca. La mattina precedente allo schianto era stato proprio a pesca, come ricorda Matteo Catarinozzi, assessore allo Sport a Trasacco.