Canistro. Compensi agli ex dipendenti Santa Croce, imprenditore Colella ci ripensa e fa ricorso. Gli avvocati di Camillo Colella che ad agosto avevano preso atto di quanto stabilimento dal tribunale di Avezzano sono tornati sui loro passi. Il tribunale aveva stabilito che il patron della Santa Croce, ex concessionaria e vincitrice del nuovo bando per l’utilizzo delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro, a seguito alla sentenza doveva pagare il totale degli stipendi relativi al periodo settembre 2016-febbraio 2017.
L’imprenditore molisano Colella aveva concordato di procedere con il pagamento integrale delle spettanze con un anticipo di 1.500 euro netti e poi con 5 rate mensili per gli ex dipendenti che vantavano un credito fino a 10mila euro. Per quanto riguarda invece gli altri lavoratori che aveva diritto alla corresponsione superiore ai 10mila euro era stato deciso di erogare un anticipo di 1.500 euro netti e la restante parte in 8 rate. Una scelta che aveva trovato tutti d’accordo soprattutto gli ex dipendenti della Santa Croce che dopo anni si vedevano riconosciute le loro spettanze. Colella ha rispettato i patti e le prime tranche sono state regolarmente versante ai lavoratori ma poi l’imprenditore molisano ha deciso di cambiare strada.
E’ stato infatti presentato nei giorni scorsi un ricorso in appello con il quale è stata chiesta la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza del tribunale di Avezzano che prevedeva il pagamento agli ex operai. I legali dell’imprenditore molisano ritengono che “nel periodo intercorrente tra l’ottobre 2016 ed il febbraio 2017, sino al licenziamento degli appellati, Santa Croce s.r.l. non aveva l’obbligo di corrispondere la retribuzione agli stessi, essendo divenuto impossibile, per fatto non imputabile al datore di lavoro, ricevere la prestazione di lavoro. Che, in conseguenza, previa revoca in parte qua dei decreti ingiuntivi opposti, dette retribuzioni non dovute non debbano essere incluse nel computo del Tfr, come determinato nei conteggi degli appellati in primo grado”.
Inoltre gli avvocati di Colella chiedono ai giudici di valutare il fatto che “vi sono vari ed espliciti riferimenti, sia nelle prove documentali che nelle prove orali, di come gli scioperanti, pur astenendosi dal commettere reati contro la persona o di altra natura, abbiano mediante condotte anche passive, per lunghi giorni semplicemente “bloccato” l’entrata e l’uscita di merce dallo stabilimento, dapprima ostruendo la strada con un masso ed un albero, in seguito con veicoli traversati, ed in seguito ancora con assembramenti e cordoni umani sull’unica via di accesso allo stabilimento da parte dei mezzi pesanti”. Le parti dovranno comparire davanti al collegio della corte d’appello dell’Aquila il 4 marzo 2021 alle 9.30 per la decisione sulla sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza impugnata