Avezzano. Trentaquattresimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio.
Nella quotidianità può succedere che tra le coppie di genitori ci possano essere incomprensioni, capita che venga alzata la voce, lo scambio verbale diventa più acceso, scoppia la lite e può succedere che in quel momento siano presenti i figli.
È importante capire che il problema non sono le piccole discussioni, perché se queste avvengono di rado, non sono accompagnate da eccessi di rabbia e sono gestite adeguatamente, possono anche far capire al figlio che incomprensioni ed emozioni negative esistono, che possono essere esternate per arrivare poi ad una conciliazione, senza giungere a comportamenti distruttivi.
L’impatto grave si pone nel momento in cui i litigi sono frequenti, gli scontri diventano intensi fino ad arrivare alla violenza verbale e fisica, a cui fanno seguito cambiamenti nell’umore e nelle abitudini dei genitori, che sconvolgono il clima familiare, scatenando un terremoto emotivo nei figli: un conflitto genitoriale, che non viene risolto e che non lascia spazio a parole e a emozioni, provoca una scossa nella sicurezza interna dei figli che genera ancora più instabilità, senso di colpa e impotenza (oltre alle ripercussioni su altri ambiti della propria vita come quello scolastico e relazionale con i coetanei).
I bambini e gli adolescenti, anche se non lo danno a vedere, sono molto sensibili a ciò che accade nel loro ambiente di vita, percepiscono ogni segnale di tensione, i silenzi, gli sguardi, il clima in casa, e si preoccupano, mentre hanno bisogno di avvertire una certa stabilità, nonostante i piccoli turbamenti.
Inoltre, stili di confronto malsani, potrebbero nuocere allo sviluppo del bambino che, apprendendo dai genitori questo stile di comunicazione e di atteggiamento distruttivo, è più probabile che lo useranno come modello anche da adulto, alimentando problemi relazionali, paura dell’abbandono, aggressività o atteggiamento aggressivo passivo.
Come comportarsi per gestire il conflitto senza gravare sui figli?
- MODERATE I TONI. Durante la discussione, è importante riconoscere e gestire adeguatamente le emozioni negative, senza alzare eccessivamente la voce, offendere, insultare e recriminare. Bisogna evitare che i figli siano spettatori passivi di uno scontro aggressivo tra i genitori, quindi, cercate di non farvi travolgere dalla rabbia e di esprimere il vostro stato d’animo senza esagerare. Se riuscite a confrontarvi in maniera civile, prendendo in considerazione il punto di vista dell’altro, senza sopraffare o mancare di rispetto l’altra persona, diventa anche un grande insegnamento per i figli.
- TENETE FUORI I FIGLI DAI LITIGI. Cercate di non discutere di argomenti che riguardano i figli, in loro presenza, perché assistere alle divergenze dei genitori e pensare di esserne la causa, li fa soffrire molto: bisogna piuttosto parlarne in separata sede e arrivare ad un accordo educativo, possibilmente comune. Un aspetto assolutamente da evitare è cercare l’alleanza del figlio contro l’altro genitore: è un comportamento che destabilizza completamente i figli, li mette nella posizione di scegliere con chi schierarsi, attivando in loro un forte senso di colpa e una frustrazione. Solitamente questo accade alle coppie molto conflittuali o in fase di separazione, in cui i figli rischiano di assumere un ruolo che non gli spetta, si fanno carico dei problemi, diventano i confidenti e arrivano a fare i genitori dei loro stessi genitori, con conseguenze devastanti da un punto di vista psicologico.
- NON LASCIATE IL CONFLITTO IN SOSPESO. Se il conflitto è avvenuto davanti ai figli, è fondamentale riconciliarsi in loro presenza, quindi arrivare ad un punto e ad una riappacificazione. Fare la pace e ristabilire un equilibrio davanti ai figli, permette di far loro capire come una divergenza sia normale nelle relazioni ma che dopo è possibile arrivare ad un chiarimento. Se poi avete ancora bisogno di confrontarvi o tornare sull’argomento, cercate di ritagliarvi un momento, ma in assenza dei figli.
- NON SMINUITE L’ACCADUTO. Se non si riesce ad evitare una lite davanti ai figli, non fate finta di nulla: ciò che davvero è importante è non minimizzare il fatto che i figli abbiano assistito ad un momento spiacevole. Bisogna riconoscere cosa è successo e ammettere l’errore di aver alzato troppo i toni, parlando con i bambini e i ragazzi e tranquillizzandoli su quanto accaduto. Soprattutto se i figli sono piccoli, rassicurateli sul fatto che se anche si litiga poi si fa pace, mamma e papà si vogliono sempre bene e ne vogliono anche a loro.
- PARLATE CON I FIGLI. Dopo la discussione, cercate di parlare con i figli, spiegando il senso di ciò che è accaduto, senza entrare troppo nel dettaglio della discussione o cercando di giustificarvi in qualche modo. I figli, anche se non sembra, si preoccupano ed è importante rassicurarli sul fatto che può capitare di litigare, che non è colpa loro e che se vogliono parlarne, se hanno dubbi e perplessità, voi siete lì disponibili a confrontarvi con loro. Nel caso in cui abbiate esagerato nei toni e nei modi, chiedetegli scusa, loro apprezzeranno il fatto che abbiate pensato a loro e al loro stato d’animo.
Se non riuscite ad arrivare ad un accordo, i litigi stanno diventando sempre più frequenti e fate fatica a gestirli in maniera adeguata, sarebbe meglio farsi aiutare anche da un professionista per tutelare il benessere e l’equilibrio dei figli, che hanno diritto a vivere in un clima tranquillo con dei genitori che trasmettano sicurezza e serenità.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica