Celano. Quando i finanzieri hanno trovato in una scatola di scarpe, in un armadio, 200mila euro al posto delle sneaker e 400mila in una cesta in un magazzino del padre novantanne, hanno detto che si trattava di risparmi, messi da parte nel corso del tempo.
Il dubbio degli investigatori, invece, è che siano frutto di “mazzette”, circostanza subito rigorosamente smentita dall’indagato di un’inchiesta che da tempo ormai fa tremare il Vaticano.
Ad essere indagato per corruzione nello scandalo finanziario che sta scuotendo la Santa Sede, nell’inchiesta portata avanti dagli uomini della Guardia di Finanza e della Gendarmeria vaticana, è Fabrizio Tirabassi, celanese, ex economo della segreteria di Stato.
La vicenda è stata portata alla luce dal giornalista investigativo Emiliano Fittipaldi, sulle pagine del giornale Domani.
Come riporta Fittipaldi, la perquisizione nelle proprietà di Tirabassi, a Roma e a Celano, è stata ordinata dai pm di Papa Francesco. I finanzieri, a caccia di documenti e computer, si sono ritrovati di fronte invece a una montagna di soldi e monete d’oro. Le banconote erano conservate in mazzi.
Il padre di Tirabassi, oggi novantenne, gestiva a Roma un negozietto di filatelia e numismatica, a pochi passi da Piazza San Pietro. Nel suo magazzino a Celano sono state trovate anche numerose monete d’argento. Queste potrebbero essere rimanenze che potrebbero quindi essere in suo possesso legittimamente.
Fabrizio Tirabassi è un ex dipendente del cardinale Angelo Becciu e del sostituto Edgar Pena Parra.
A condurre l’inchiesta sono Alessandro Diddi e Gian Piero Milano che nei documenti, sempre come riportato dal giornale Domani, definiscono il celanese Tirabassi come “l’economo che ha seguito sin dalla costituzione il fondo lussemburghese Athena Capital Global di Raffaele Mincione”.
Nell’inchiesta si ipotizza che alcuni prelati e impiegati laici abbiamo ottenuto da altri soggetti indagati (Raffaele Mincione, il reader Gianluigi Torzi e l’ex banchiere di Credit Suisse Enrico Crasso) denaro e altro, in cambio di favori nella compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra.
I pm nell’inchiesta hanno già parlato di Tirabassi come il co-regista di un’operazione che portò “all’esborso di 5 milioni di euro a favore di Torzi senza alcuna plausibile giustificazione economica”.
Durante le perquisizioni a Roma e a Celano sono stati trovati oggetti preziosi, oltre alle monete anche dei medaglioni, per un valore di oltre due milioni di euro, anche se la stima del patrimonio è ancora in corso.
Un vero e proprio tesoro nascosto, tra monete e soldi in contanti, che potrebbe essere frutto di reati.
A scoprirlo saranno gli inquirenti che vanno avanti con il loro lavoro che mira ora a far luce su quanto trovato a Roma e a Celano. Se sia denaro o oro riconducibile o meno alla vicenda di Londra.