Avezzano. Chiuse le indagini sull’esplosione avvenuta a febbraio dell’anno scorso in via Alessandria (ne parlammo già qui), dove rimasero coinvolti un uomo cinquantanovenne, la sua anziana madre e un parente.
A seguito dell’attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore dottor Maurizio Maria Cerrato, è stato indagato per disastro colposo R. M., difeso dagli avvocati Mario Flammini e Alessandro Felli del foro di Avezzano.
Nello specifico, secondo l’accusa, l’uomo avrebbe scollegato volontariamente il tubo del gas da cucina con intenti suicidi, facendo sì che gli ambienti della propria abitazione si saturassero a tal punto da creare inconsapevolmente una miscela esplosiva che ha dato poi luogo alla violenta deflagrazione e portato al crollo dell’abitazione di via Alessandria.
Gli inquirenti, già dalle prime indagini, non avevano escluso che potesse trattarsi di un gesto autolesionistico volontario. Il dubbio era venuto perché l’abitazione era stata trovata carica di gas metano, ma i vigili del fuoco non erano riusciti inizialmente ad accertare con esattezza le cause della fuga di gas dall’impianto. La madre e un’altra parente dell’uomo all’epoca vennero ricoverate in osservazione per aver riportato solo qualche lieve ferita, ma un parente che si trovava nell’abitazione adiacente era rimasto ferito dai vetri infranti a causa della violenta esplosione.