Avezzano. Accuse di maltrattamenti nei confronti delle maestre archiviate. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano Mario Cervellino che ha accolto la richiesta del pm Elisabetta Labanti. Le maestre, scagionate quindi da ogni accusa, erano difese dagli avvocati Antonio Pascale e Andrea Tinarelli.
Erano accusate di maltrattamenti a scuola nei confronti di bambini dai 3 ai 6 anni. Tutto era partito dalla denuncia di una mamma secondo cui gli alunni venivano strattonati, schiaffeggiati e subivano tirate di orecchie. I fatti risalgono al 2017 e le tre maestre erano finite sotto indagine. Tutto si basava sui racconti dei bambini che, a dire delle mamme, avevano iniziato a trovare scuse pur di non essere portati a scuola. Comportamenti non occasionali, che si sarebbero protratti per giorni o settimane, fino a quando i bambini avrebbero fornito racconti più articolati su presunti maltrattamenti. La denuncia ai carabinieri era stata presentata dai genitori ed erano state avviate le indagini con intercettazioni telefoniche e telecamere installate nella scuola alla ricerca di riscontri oggettivi.
Telecamere nascoste erano state piazzate nella scuola e cinque spezzoni di video erano stati selezionati e consegnati al pubblico ministero dai legali delle parti offese. I carabinieri avevano posizionato telecamere nascoste dal 7 gennaio 2018 per diversi mesi. Il giudice per le indagini preliminari, Carla Mastelli, aveva restituito il fascicolo con gli atti al pm, Elisabetta Labanti, che doveva valutare se andare avanti con l’udienza preliminare, anche tramite eventuali integrazioni, oppure se archiviare il caso.
Il tribunale dei minorenni visionando i video non avevano rilevato atteggiamenti aggressivi da parte delle maestre. Secondo la relazione, al contrario, le insegnanti si mostravano “premurose” e le riprese non facevano trasparire alcuna “violenza”. Inoltre dei 7 bambini testimoni del presunto reato, soltanto uno era stato dichiarato dalla relazione dei consulenti tecnici idoneo a testimoniare. Alla fine anche l’ultimo bambino, però, non è stato ascoltato. Infatti, secondo il pm Labanti, l’audizione del minorenne non solo non sarebbe stata utile e determinante per le indagini, ma sarebbe stata fonte di ulteriore disagio per il bambino. Non avrebbe poi apportato nulla alle indagini alla luce dei video registrati che non evidenziavano nessun maltrattamento.