Avezzano. A rispondere all’interrogazione sull’occupazione degli stalli per i diversamente abili presentata dal gruppo Rinnovamento e partecipazione, è stato il sindaco Antonio Floris. Il primo cittadino si è detto stupito del modo in cui viene considerato l’operato della Polizia locale. “Non si riesce a comprendere perché il lavoro della Polizia Locale”, si legge nell’interrogazione, “debba sempre essere avvertito come un sopruso perpetrato a danno di onesti cittadini. Se le sanzioni le applicano gli altri Corpi di polizia, allora è per la sicurezza e per la legalità che, trionfante, viene giustamente ripristinata, mentre se quelle stesse identiche sanzioni sono applicate dalla Polizia Locale, allora ci si trova di fronte ad una angheria attuata “con accanimento” allo scopo di fare cassa. Mi si perdoni, ma considerazioni simili mi sembrano oltre che anomale poco rispettose di chi ogni giorno, sulle strade cittadine lavora indossando la divisa della Polizia Locale”. Sull’occupazione dei posti delle strisce gialle, riservate ai diversamenti abili, il primo cittadino precisa: “Francamente si resta perplessi nel vedere come un simile elemento di report dell’attività svolta (n. 929 sanzioni per il mancato rispetto dei posti riservati alle persone diversamente abili), possa essere commentato quasi come un atto di prevaricazione nei confronti di taluni cittadini. In primo luogo v’è da dire che il dato, se isolatamente esaminato (n. 929 sanzioni…), non può portare ad alcuna valida conclusione. Esso, infatti, rappresenta solo “la punta dell’iceberg” ed è sintomatico di un fenomeno di insensibilità più o meno diffusa, perché molti ma molti di più sono gli episodi che hanno interessato la questione nel corso dell’anno 2010, e che hanno trovato un differente e più fortunato epilogo, grazie non certo alla volontà di molti conducenti maleducati, bensì alla ragionevolezza ed al senso di equilibrio sempre
dimostrato dal personale della Polizia Locale. Ma quello che emerge, purtroppo, e sul quale è facile sviluppare note critiche, è sempre e solo il dato delle sanzioni applicate, perché la “prevenzione” non fa numero. In secondo luogo non posso non evidenziare la mia personale opinione e, cioè, che chi sottrae “furbescamente” il parcheggio ad una persona diversamente abile non può e non deve trovare alcun diritto di difesa, specie se la giustificazione viene fatta appellandosi al senso di tolleranza. Con la scusa di sostare “un minuto”, lo stallo di sosta viene intanto occupato così come occupati, quasi regolarmente, risultano gli scivoli per i portatori di handicap; e, minuto dopo minuto, e minuto l’uno e minuto l’altro, in nome di un malinteso senso della elasticità il parcheggio riservato resta perennemente impegnato da parte di soggetti non aventi titolo e gli scivoli non utilizzabili. Un minuto ciascuno ed intanto passano
le ore, ed un soggetto diversamente abile che sopraggiungesse dovrà necessariamente proseguire dritto se vuole trovare uno stallo in cui sostare o se è a piedi provare a scendere al marciapiede dove lo scivolo non c’è. Poi magari dopo un po’ quel primo stallo viene liberato dal “furbetto” di turno (quello che stava lì un solo minuto), ma intanto l’avente diritto ha già subito sia il danno sia la beffa. Situazioni come queste, che riguardano portatori di handicap non avrebbero bisogno, a mio avviso, di corsi particolari di educazione per cittadini patentati e abili, in quanto il rispetto per l’altrui debolezza dovrebbe essere in tutti innato e pertanto tali atti di prevaricazione ritengo meritino solo di essere pesantemente sanzionati”. Floris non usa mezzi termini neanche per chi occupa i posti riservati davanti al Pronto soccorso. “L’area del Pronto Soccorso non è un luogo destinato a parcheggio pubblico. Nessuno, neppure il cittadino più anziano o malato può pretendere di recarsi lì per sostare il proprio veicolo. Quell’area è, per legge, un
luogo classificato ad alto indice di rischio da mantenere preservato al massimo livello. Gli unici ammessi a fruirne sono le ambulanze ed i veicoli, anche privati, che trasportano persone in grave emergenza. Una deroga è stata fatta assicurando qualche stallo di sosta ai veicoli al servizio delle persone diversamente abili, per facilitarle nelle loro visite al nosocomio, semprechè non rechino intralcio al transito dei veicoli in emergenza. Ma la loro presenza lì è proprio l’eccezione che conferma la regola. Veicoli al servizio di malati cronici, ma privi del contrassegno arancione con la carrozzina, devono giungere nel piazzale, lasciare la persona e poi allontanarsi. Se la persona invece, ancorchè malata, è in grado di camminare, allora deve come tutti raggiungere a piedi il luogo di cura. Nel 2009 la Direzione Sanitaria ha richiesto la collaborazione del Comune perché doveva assolutamente garantire la sicurezza di quel luogo di transito, perennemente messo a rischio da un esercito di auto che quotidianamente vi sostavano per ore ed ore, senza alcun
rispetto neppure delle più elementari norme di buon senso. Per questo è stata stipulata una convenzione tra i due Enti. Sono stati quindi predisposti degli accorgimenti per dissuadere la sosta dei veicoli (new jersey in plastica bianchi e rossi) e dove ciò non è stato possibile è iniziata l’attività preventiva e repressiva della Polizia Locale, pressochè tutti i giorni e non solo di iniziativa, ma anche e specialmente dietro richiesta della Direzione Sanitaria preoccupata di quel perdurante stato di cose. Prima di ogni intervento gli agenti sono soliti verificare al Pronto Soccorso la presenza di eventuali emergenze in corso, poi indugiano ancora qualche tempo ed infine iniziano a sanzionare le auto in sosta vietata. In una buona percentuale di casi si è constatato trattarsi di veicoli di persone che pensano di utilizzare quel luogo come confortevole parcheggio per raggiungere l’ingresso dell’ospedale, camminando il meno possibile. In un’altra percentuale di casi si sono registrate anche sanzioni ad auto di persone che si erano recate o erano state accompagnate agli ambulatori per visite mediche, ma in questi casi vige quanto detto sopra: ci si può fermare
per pochi minuti, l’indispensabile per far scendere il malato e, eventualmente accompagnarlo all’interno del nosocomio; non si può lasciare l’auto in sosta nell’area di Pronto Soccorso fino al termine della prestazione medica.