Avezzano. L’avvocato Roberto Verdecchia è tra i fedelissimi del primo cittadino Gianni Di Pangrazio. Assieme a Domenico Di Berardino e Ignazio Iucci rappresenta il ponte tra la prima amministrazione del neo sindaco e quella futura che guiderà Avezzano per i prossimi cinque anni. In attesa di conoscere le deleghe che gli verranno consegnate, abbiamo posto l’attenzione su alcuni argomenti molto attenzionati nel corso dell’ultima campagna elettorale.
La sanità è stato tra i temi principalmente dibattuti. Cosa occorre per cambiare passo?
Non possiamo di certo stare fermi in attesa della realizzazione del nuovo ospedale. Ne abbiamo già uno, ed occorre migliorarlo. E’ imprescindibile ristrutturare e riorganizzare i reparti, così come il battersi per riportare neurochirurgia ad Avezzano. Occhi puntati sul pronto soccorso da ampliare e potenziare, esattamente come quelli degli altri presidi sanitari di Tagliacozzo e Pescina al fine di garantire una rete più efficiente.
Inevitabile focalizzarsi sull’emergenza Covid…
Certo. Si deve creare un’area ad hoc per gestire questa fase. Che sia anche semi permanente, meglio ancora se in zona esterna all’area ospedaliera, come individuata nel centro smistamento merci. Imprescindibile lavorare in sinergia con la Regione Abruzzo.
Riguardo la sicurezza in città, invece, la sua proposta qual è?
Ovviamente fare di tutto per salvaguardare la presenza del tribunale, della procura e della casa circondariale. Queste tre strutture sono connesse tra di loro e i rappresentanti delle relative categorie devono battersi senza mettere avanti personalismi e individualità. Occorre potenziare le forse dell’ordine, anche se sappiamo essere dura visto il depotenziamento in atto da diversi anni. Il cittadino deve sentirsi sicuro, però, non occorre repressione ma ordine e prevenzione.
Avezzano città territorio: come ci si riesce?
Avezzano è il capoluogo marsicano e come tale deve comportarsi. Il rilancio economico passa anche attraverso l’agricoltura, l’ambiente e un miglioramento della viabilità fucense che, non scordiamolo, serve anche a rendere le strade sicure che chi ivi transita. Salvaguardare l’agricoltura con l’ottimizzazione della depurazione dei canali irrigui del Fucino ed attivazione a pieno regime dei depuratori. Realizzare una seconda isola ecologica, allo stato ferma per problemi inerenti formalità burocratiche con la sopraintendenza dei beni archeologici e culturali. E per ultimo, ma non per questo meno importante, puntare a migliorare la qualità della vita con la valorizzazione e la tutela più stringente dei parchi urbani (pinete) e periurbani (parco del Salviano) con collegamenti culturali con i cunicoli di Claudio.