Avezzano. Venticinquesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio.
Esistono persone molto sensibili che assorbono le emozioni altrui e dell’ambiente esterno come fossero delle spugne: si parla di contagio emotivo.
Di base, assorbire le emozioni dall’ambiente o dalle altre persone avviene in ogni momento della giornata ed è una predisposizione di tutti gli esseri umani: i segnali emotivi che la gente intorno a noi emana, possono essere colti e trasformati nella percezione di un’emozione; questo ci permette di leggere gli stati d’animo altrui.
Da qui nasce il concetto di empatia, cioè capire gli stati d’animo dell’altra persona, mettendosi nei suoi panni.
Questo porta le persone empatiche a provare e riconoscere i sentimenti che sta provando l’altro, ma non necessariamente a farli propri. Nel contagio emotivo invece, le emozioni che provano gli altri diventano un tutt’uno con le emozioni che prova la persona che le avverte, senza più essere capace di liberarsene.
Si assorbe ciò che prova l’altro e lo si porta via con sé. Potrebbe però diventare un problema nel momento in cui ci troviamo di fianco persone tossiche o passivo-aggressive, che non fanno altro che riversare su di noi i loro sentimenti, o usarci come capro espiatorio delle loro emozioni negative, e noi non facciamo altro che assorbire e ingoiare tutte queste sensazioni negative: “le tue paure, le tue preoccupazioni, i tuoi nervosismi, non sono solamente i tuoi, ma diventano anche i miei”.
L’estrema sensibilità è ciò che spinge a prenderci cura e ad assistere le altre persone. È una caratteristica che si sviluppa fin da bambino, e pertanto chi è cresciuto con questa predisposizione, fin da piccolo sarà stato un assistente emotivo per i famigliari, inclusi eventualmente i genitori, e da grande lo potrebbe essere per il proprio partner.
Poniamoci alcune domande:
- Se un amico è angosciato o triste, anche tu ti inizi a sentire così?
- Conversazioni, odori o rumori eccessivi ti rendono nervoso?
- Mangi in eccesso per far fronte allo stress emotivo?
- Le persone che vivono con me dicono che sono troppo sensibile?
- Mi sento scomoda a stare in luoghi dove ci sono molte persone?
- Sono un buon ascoltatore?
- Ho paura di avere una relazione di coppia?
- Mi piace passare il tempo da solo?
Se hai risposto di sì a 3 o più domande, è molto probabile che tu possa essere una “spugna emotiva”.
Ma come smettere di assorbire e fare nostre le emozioni degli altri?
Il primo passo è effettivamente capire se siamo più consapevoli delle altrui emozioni che delle nostre. Se siamo sempre impegnati a prenderci cura degli altri, ma non troviamo mai il tempo di prenderci cura delle nostre emozioni e dei nostri interessi, forse è il momento di imparare a concentrarci su noi stessi e smettere di assorbire ciò che sta accadendo intorno a noi.
Alcuni consigli per limitare l’effetto (negativo) delle emozioni degli altri su di noi:
- Il primo passo è cercare di passare più tempo con persone positive. Questo vi aiuterà a ricaricare le energie e a concentrarti sui buoni sentimenti.
- Allo stesso tempo, state alla larga dalle persone tossiche, che richiedono sempre molta attenzione, non sono mai soddisfatte e non offrono mai nulla di positivo. Entrare in empatia con gli altri va bene ed è una bella cosa, ma è importante ricordare che i problemi degli altri non sono i nostri. Ognuno deve assumersi la responsabilità della propria vita, noi possiamo eventualmente stare accanto a loro, ma non farci carico dei loro problemi.
- Meditare: la meditazione aiuta a disconnettersi dal mondo esterno per connettersi con l’interno. È un’ottima fonte di rilassamento e innesca il benessere fisico e mentale.
- Imparare a fissare dei limiti: questo non significa smettere di aiutare gli amici o le persone vicine, ma dare la priorità ai propri desideri. Ad esempio, se un amico vuole passare del tempo insieme a voi per sfogarsi, cercate di dare un limite di tempo e se passato questo limite di tempo, la persona continua a parlare di sé potreste pensare di andarvene o cambiare discorso, in modo amichevole.
- Imparare a limitare meglio ciò che ci colpisce, facendo sì che siamo noi a decidere come e con chi spendere la nostra energia, senza che sia il mondo esterno o le altre persone a imporlo.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica