Avezzano. Esperienza, conoscenza della macchina amministrativa e capacità di programmazione: questa è la ricetta che Domenico Di Berardino, ex presidente del Consiglio comunale, nonché tra i candidati consiglieri eletti con più voti, mette sul tavolo per rilanciare Avezzano
Gianni Di Pangrazio è il nuovo sindaco di Avezzano. Vista la sua esperienza pregressa, da dove consiglierebbe di ripartire?
Dai progetti messi in cantiere nella scorsa legislatura. Tutti quelli per i quali abbiamo lavorato e per cui abbiamo ottenuto finanziamenti, come il nuovo ospedale, erano fondamentali per la città. Nell’ultima assise utile del 26 aprile del 2017 il Consiglio comunale all’unanimità liberò da ogni vincolo tutti i lotti dei terreni che erano stati scelti per insediare il nuovo nosocomio. Noi, allora, decidemmo di portare subito all’attenzione del Consiglio un’attività preliminare, fondamentale per attirare la procedura dell’applicazione di questo finanziamento. A distanza di tre anni non è stato concluso nulla, e questo è un rammarico.
C’è un lavoro di edilizia scolastica da completare…
C’è da portare a termine la messa in sicurezza delle scuole, vero. Ne sono rimaste poche, e anche in virtù della situazione Covid dobbiamo adottare tutte le misure necessarie che la norma ci impone. Poi c’è la questione tribunale per la quale chiedemmo una proroga ma sulla quale dobbiamo tassativamente tornare.
Con lo spettro di una seconda ondata della pandemia, come dovrà regolarsi la prossima amministrazione?
Avremo una situazione economica molto particolare. Non possiamo non prendere in considerazione due aspetti: analizzare il bilancio comunale per capire a che punto si trova e intervenire velocemente per aiutare quelle famiglie che oggi stanno pagando più di altre questo scotto. Poi dobbiamo attivare una procedura di programmazione idonea a dare risposte ai nostri giovani che hanno bisogno di inserirsi nel mondo del lavoro. La macchina pubblica è molto lenta, se non capiamo che ciò che programmiamo oggi non si potrà realizzare prima di quattro o cinque anni ci sarà il vuoto assoluto.
Come giudica l’operato del commissario prefettizio Passerotti?
Ogni momento di commissariamento definisce una flessione della politica. Ora bisognaguardare al domani, a cosa vogliamo fare. Chiunque è sceso in campo in questa tornata elettorale, ha delle proposte? Per quale ragione si è adoperato? E’ bello che vi sia questa volontà di essere laboriosi per la propria città, ma occorre essere più pragmatici adesso.
Lei perché si è candidato?
Perché il mio trascorso mi ha fatto capire che non serve solo programmare ma anche dare voce successivamente a questa attività preliminare. Perché mi sono candidato con Di Pangrazio? Perché dobbiamo affidare le sorti del governo di questa città a chi ha esperienza e competenza amministrativa fuori dal normale. Non possiamo perdere tempo, non si può avere un periodo di apprendistato, bisogna essere celeri nel rimettere in moto la macchina amministrativa. Oggi è indispensabile costituire una squadra di governo affidabile e di grande qualità che possa dare risposte veloci ai numerosi problemi esistenti e futuri. Avremo il compito di creare le condizioni migliori per l’intero territorio marsicano.