Avezzano. Uno dei temi portanti di questa campagna elettorale è sicuramente la sanità. L’ospedale di Avezzano, ormai da anni al centro di dibattiti e scontri politici, viene menzionato in qualsiasi conferenza stampa nella quale si parla dell’assenza dei suoi servizi essenziali. Che, a scanso di equivoci, sono molteplici. Lo scambio di accuse tra le varie fazioni politiche, che si rimbalzano responsabilità e addossano colpe, è pressoché quotidiano. Preoccupazione c’è, inoltre, anche per il possibile ritorno di un’emergenza da Covid-19. I contagi di queste settimane non lasciano intendere di trovarci di fronte a una seconda ondata, ma l’attenzione verso le contromisure necessarie per affrontarla è già alta.
“Cosa accadrebbe in caso di una nuova fase critica Covid-19? Trovo inaccettabile che in un territorio di oltre 130.000 abitanti non sia possibile fare i tamponi con la conseguenza di dover mandare i nostri pazienti in altri ospedali, per la carenza di posti letto, arrecando grandissimi disagi a pazienti, famiglie e amplificando la complessa situazione lavorativa di medicie personale ospedaliero. Attendiamo dalla direzione della Asl,in merito, risposte immediate”, ha affermato il candidato sindaco Gianni Di Pangrazio.
Anche gli altri candidati sindaci, Tiziano Genovesi, Anna Maria Taccone, Mario Babbo, Antonio Del Boccio e Nicola Stornelli hanno inviato a prendere in considerazione questa possibilità e quindi a non farsi trovare impreparati di fronte all’eventuale recrudescenza della malattia. Dalla necessità di avere a disposizione i laboratori analisi per effettuare tamponi con maggiore celerità a quella di avere reparti maggiormente organizzati per rispondere all’esigenza dei posti letto, al netto delle diatribe di partito (o civiche) sono tutti d’accordo sul fatto che l’ospedale di Avezzano vada potenziato, e subito, nei servizi di cui dispone e di cui dovrebbe disporre.
Solo qualche giorno fa l’avvocato Leonardo Rosa, con un passato in Fratelli D’Italia, aveva denunciato pubblicamente la sua esperienza negativa al pronto soccorso del nosocomio. “Mi chiedo quanti dei candidati a sindaco o dei 585 candidati alla carica di consigliere conoscono le reali condizioni in cui versa il pronto soccorso dell’ospedale civile di Avezzano. Per un incidente di percorso sono stato trasportato al p.o. alle 18,30. Dopo circa 20 minuti mi hanno fatto l’accettazione ed assegnato il codice verde. Il punto informazione era inesistente e sulla parete vi era solo un monitor che segnalava che gli operatori erano tutti impegnati in emergenze da codice rosso. In attesa vi erano circa 30 pazienti, per lo più codici giallo e verde. Alle ore 22 una mamma che era in attesa di essere visitata per malori importanti e che era arrivata alle ore 14, esausta, rinuncia e chiede di essere riaccompagnata a casa.
“Alle ore 23 un addetto ci chiede che numero di prestazione ci è stato assegnato. Alle 00,30, dopo che la gran parte dei pazienti in attesa rinuncia e va via per non aver ricevuto alcuna prestazione, esausto, anch’io chiedo di essere riaccompagnato a casa. In oltre 5 ore di attesa non ho visto un solo operatore sanitario igienizzare i bagni del pronto soccorso (un solo bagno per uomini e portatori di handicap ed un solo bagno per donne) oppure disinfettare la sala d’attesa dove, in oltre 6 ore e mezza, erano transitate oltre 50 persone: eppure siamo in piena emergenza covid!”.
“Se questo è lo stato della nostra sanità – ha concluso Rosa – ed in particolare di quella locale mi chiedo: Perché continuare a lavorare in un Paese che succhia i nostri contributi e non assicura i servizi primari? Quanti politici di turno ed amministratori conoscono lo stato di guerra in cui versa il nostro sistema sanitario? Perché le prestazioni sanitarie meno invasive non vengono delegate a centri medici convenzionati capaci di operare h24 e così decongestionare il presidi ospedalieri?”
“La strumentalizzazione che si sta facendo della condizione dell’ospedale di Avezzano è un insulto a chi lo frequenta, non in passerella elettorale, e agli operatori sanitari che fino ad oggi non sono stati nei vostri pensieri. Piuttosto chiediamoci come i nostri dirigenti sanitari vengano scelti per ricoprire il ruolo. In ogni azienda che funzioni il dirigente dovrebbe attuare le direttive organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa. Per la nostra azienda sanitaria abbiamo deroghe? Le responsabilità della mancata vigilanza sulla disorganizzazione di alcuni reparti con al primo posto il pronto soccorso dove risiedono? I problemi vanno indirizzati alle persone giuste e non possono diventare slogan elettorali dell’una o dell’altra fazione. Quei problemi sono preoccupazione di tutti”, ha dichiarato Lorenza Patrizia Panei dei Partito Democratico.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Walter Di Bastiano, primario del reparto di oculistica ed esponente di Fratelli D’Italia. “Non è possibile che ci si riparli dell’ospedale solo quando si devono chiedere voti. L’ospedale è un “luogo sacro “ che prima o poi servirà a tutti noi, operatori compresi. Il mio invito è che, finite le scaramucce elettorali, si incominci a considerare seriamente il problema ricordando al sindaco eletto che è lui stesso la massima autorità sanitaria cittadina e che comunque fa parte del comitato ristretto dei sindaci. Pur non essendo un uomo di sinistra sono convinto che sulla sanità la parte politica è irrilevante”.