Marsica. Con l’Epitoma rei militaris, opera conosciuta anche come “De re militari” o con il titolo italiano di “L’arte della guerra“, lo scrittore romano Publio Flavio Vegezio Renato volle raccogliere in un unico compendio le più celebri opere sulla guerra e le strategie militari scritte da autori precedenti, tra cui Catone il Censore, Varrone, Aulo Cornelio Celso, Paterno, Frontino e di leggi e regolamenti emanati da Augusto, Traiano e Adriano.
Nel ventottesimo capitolo di questo volume, in cui si parla dell’incitamento alla milizia ed al valore romano, Vegezio riporta anche i Marsi tra quei popoli che possedevano il “bellico ardore”, mettendoli al terzo posto subito dopo gli Spartani e gli Ateniesi, prima di Sanniti e Peligni, oltre che degli stessi Romani.
L’opera di Vegezio, suddivisa in quattro libri, raccoglieva tutti gli schemi tattici e strategici militari dell’esercito romano, dalla selezione all’addestramento delle nuove reclute, dall’organizzazione della legione alle disposizioni per l’azione tra tattica e strategia, dall’attacco e difesa di luoghi fortificati, alle operazioni navali e ai combattimenti marittimi. Il volume ebbe un enorme successo, tanto da rimanere alla base dell’educazione militare fino al medioevo. In seguito fu particolarmente apprezzato anche da Federico il grande e Napoleone, mentre a livello letterario e politico sembra che questo volume abbia esercitato un’importante influenza persino su Tommaso d’Aquino e Niccolò Machiavelli.