Avezzano.”Cari amici e concittadini, Lino Guanciale, nel corso di una recente intervista, oltre a parlare del futuro del teatro e della prossima stagione di prosa, nel paragrafo sulle elezioni, premessa la sua amicizia con il candidato sindaco Mario Babbo, precisa che, non votando ad Avezzano, ciò che gli interessa è che “l’attenzione alla cultura venga implementata dalla coalizione che verrà”; ed infine che “se fosse dentro le coalizioni” cercherebbe (bontà sua) “di coinvolgere Giampiero Nicoli sul fronte della cultura cittadina”. Vi leggo la implicita chiamata ad una mia candidatura in una lista che sostenga il valore della cultura e che sia compatibile con la mia storia personale”.
Inizia con queste parole la lettera aperta e diretta alla città di Avezzano a firma di Giampiero Nicoli, ex direttore artistico della stagione di prosa al Teatro dei Marsi nonché instancabile promotore culturale nel capoluogo marsicano stesso.
“Sarei tentato di accettare, ma la mia età e la mia convinzione che in ogni campo va lasciato lo spazio ai giovani, mi sono di ostacolo all’entrata nell’agone politico. Tuttavia non posso non appoggiare il pensiero di Lino Guanciale – artista e intellettuale di riconosciuto valore del nostro territorio, a livello nazionale – e dichiarare la mia disponibilità a contribuire con la futura amministrazione nell’ambito da lui indicato. A ciò mi spingono l’amore per questo territorio ed il senso di responsabilità che ne consegue, radicato nel binomio Città-Cultura che ha attraversato la mia vita”.
“E su questo ambito, complementare a quello economico – trattato dal dott. Giuseppe Grieco, che ha richiamato i vari aspiranti sindaci a fondamentali riflessioni – ma non meno importante faccio di seguito essenziali considerazioni, in continuità con quelle di Lino Guanciale. Una città che si rispetti deve avere una identità culturale storica e/o attuale. La Città di Avezzano ancora non l’ha. La causa di tale grave carenza è nel sisma del 1915 e ne ho analizzato le componenti nel libro “Le radici Ritrovate” pubblicato in occasione del centenario. La forte rinascita, nel dopo terremoto e guerra, ha privilegiato il settore dell’economia e nei cento anni trascorsi la voce “beni materiali” è stata dominante e quella “beni immateriali”, se pur validamente rappresentata, è rimasta marginale. E le due strade hanno avuto percorsi paralleli senza mai intersecarsi.
“Eppure, soprattutto nella seconda metà del Novecento, Avezzano in tutti i campi di arte e cultura ha espresso (e sempre più esprime) originali iniziative ed apprezzabili individualità, ma tendenti a disperdersi in rivoli, a non costituire uno zoccolo unitario, a restare negli ambienti ristretti degli appassionati, senza mostrare verso l’esterno l’immagine organica e solida di una civitas, come invece è accaduto in altre città d’Abruzzo, privilegiate da una risalente e non interrotta storia culturale. Solo da circa quindici anni, cioè dall’apertura del Teatro comunale (e non è un caso) è iniziato lo sviluppo di una tradizione unitaria e compatta, capace di far apparire anche all’esterno del nostro territorio tangibili segni di una nuova città”.
“Ma questa forza di spinta è venuta per lo più dalla base: da giovani attori, registi, musicisti, pittori, cineasti, operatori culturali; tutti di livello tale da essere riconosciuti anche al di fuori di Avezzano. Mentre le pubbliche amministrazioni di qualunque orientamento politico, salvo eccezioni, non hanno avvertito come loro precipua funzione quella di sostenere questo corpus culturale di prestigio e di promuoverlo come emblema della città. La causa di tale limite, nel nostro territorio, è nel distorto rapporto tra l’Arte (in tutte le sue espressioni) e la Politica”.
“Da noi, come in altri luoghi (non dovunque, per fortuna) si vuole che l’Arte serva alla Politica (concepita solo come potere). Invece è la Politica (ma come potere funzionale al servizio) che deve sostenere l’Arte come espressione creativa svincolata dalla Politica. Solo così una Città acquista una identità culturale. Dalla Politica, nella sua espressione migliore, quella per il benessere materiale, scaturisce l’aumento del PIL. Ma il PIL, come diceva J.F.Kennedy in un famoso discorso del 1968 “Misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta””.
“L’arte e la cultura vanno invece oltre il benessere materiale e ne producono uno spirituale che caratterizza una superiore qualità della vita. Ebbene per questo obiettivo la Città di Avezzano ha oggettive e incredibili potenzialità, sconosciute ai politici; e che possono trasformarla, nel panorama regionale, da cenerentola della cultura in prototipo della cultura. Su questa finalità di rovesciamento di prospettive si può innestare ogni ideazione di soggetti competenti, atta a contribuire ad una svolta radicale dell’Amministrazione, che faccia di Avezzano – al di là della crescita economica – una Città armoniosa e felice”.