L’Aquila. Meno infortuni sul lavoro, compresi quelli mortali, in Abruzzo, dove però aumentano le malattie professionali, con patologie anche gravi, ancora troppo spesso non denunciate: è quanto emerge da dati Inail e dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Pescara, resi noti dalla Cgil. Solo nel 2010 il «costo» degli infortuni si è aggirato intorno ai 7 milioni di euro. Nel 2011 numerose le irregolarità rilevate nelle aziende ispezionate – hanno spiegato in conferenza stampa Nicola Primavera (Inca Cgil) e Paolo Castellucci (segretario provinciale Cgil) -: una media del 59% che nell’edilizia arriva al 79%; cresce il numero delle donne che lavorano in nero. Per quanto riguarda le attività di prevenzione, salute e sicurezza, l’anno scorso sono aumentate del 29% le violazioni rispetto al 2010, del 150% rispetto al 2009. Nel 2011 gli infortuni sul lavoro in Abruzzo sono stati 18.218, contro i 19.427 dell’anno precedente. Nel dettaglio: 6.235 in provincia di Chieti, 3.797 in provincia dell’Aquila, 3.996 in provincia di Pescara e 4.248 in provincia di Teramo. Gli incidenti mortali sono stati 21 (5 L’Aquila, 10 Chieti, 3 Pescara, 3 Teramo), nel 2010 erano stati 28: il record negativo di decessi sul lavoro resta quello del 2006, con 40 vittime. Per l’agricoltura i dati disponibili si fermano al 2010, anno in cui è stato il settore a registrare il maggior numero di infortuni, 2.172. Sempre nel 2010 crescita preoccupante delle malattie professionali: 5.652 casi, rispetto ai 4.056 del 2009 (+39,3%). Si registra un aumento delle patologie osteo-articolari e muscolo-tendinee (4.000 nel 2010), per ipoacusia da rumore (696 nel 2010), malattie respiratorie e tumori (55 casi). «Visti i numeri in nostro possesso – ha concluso Primavera – pensiamo che una maggiore consapevolezza sia fondamentale, perchè solo così si potrà cercare di affrontare concretamente un problema troppo spesso sottovalutato dal lavoratore stesso. Distribuiremo nelle prossime settimane oltre duemila questionari per avviare un’indagine conoscitiva sugli incidenti sul lavoro relativamente al 2012».