Avezzano. Powercrop ultimo atto, scatta il ricorso al consiglio di stato. A fare polemica sull’ultimo atto giudiziario è Roberto Verdecchia, candidato sindaco del centrosinistra per la città di Avezzano. “Powercrop mai paga e mai arrendevole neanche davanti all’evidente obsoleto e fantomatico accordo di riconversione dell’ex zuccherificio Eridania Sadam di Celano”, tuona Roberto Verdecchia, candidato sindaco per il Pd alle prossime amministrative di settembre, “da realizzarsi stranamente nel comprensorio della città di Avezzano. E tutto questo nonostante la non permanenza dell’interesse pubblico dell’accordo del lontano 19 settembre del 2007 maldestramente sottoscritto anche da un quantomeno disattento ex assessore all’ambiente della Provincia dell’Aquila che invece avrebbe dovuto tutelare in modo oculato, corretto e certosino il suo territorio, la sua popolazione e le attività agroaziendali ivi esistenti”.
“Oggi siamo costretti a “subire” l’ultimo atto giudiziario della multinazionale che non paga di tutti i provvedimenti tecnici-amministrativi”, sottolinea Verdecchia, “confeziona l’ennesimo attacco al nostro territorio con il ricorso al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, per vedersi riconoscere la nullità degli atti amministrativi posti in essere dalla Giunta Regionale Abruzzo targata era D’Alfonso fortissimamente voluta dall’allora assessore Mario Mazzocca e dall’ex presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio; azione caratterizzata da una fantomatica serie di violazioni del tutto inesistenti, vista la sentenza nr. 474/19 del Tar Abruzzo, che viene impugnata solo per una carenza motivazionale senza nulla dire sui rilievi e criticità specifiche osservate nella Conferenza di Servizi del 21 aprile del 2016”.
“Forse qualche “manina esperta” avrebbe interesse a vedersi riconoscere da parte della Regione a trazione “Marsilio”, se ancora può essere esistente il cosiddetto “interesse pubblico” per poter “valorizzare” ciò che ormai è fermo (anche per non essere mai partito) da oltre tredici anni, o sussistano le condizioni in ordine all’esercizio del diritto di recesso, consentendo il permanere di una sana e naturale economia nel Fucino”, precisa l’esponente di centrosinistra, “pur se commissariati sono certo che, nonostante la “mutazione” politica avvenuta nel frattempo in Regione, Provincia e nei Comuni di Avezzano e Luco dei Marsi, nonché dei vari enti coinvolti a vario titolo partecipativo, questi attraverso i vari uffici legali sappiano “resistere” alle ingerenze della multinazionale attraverso una debita, consona e coerente costituzione in giudizio, facendo rispettare la sentenza del Tar Abruzzo sopra citata, che ha visto restituire dignità e serenità ad un territorio sempre più oggetto di “scorribande” ed ingerenze di persone che nulla hanno a che fare con la Marsica, con il valore socio-culturale del territorio medesimo”, conclude, “ma che vorrebbero tutelare solo i loro interessi economici, societari e personali e di qualche politico “pronto a svendersi” per interessi speculativi neanche tanto celati”.