Celano. Potrebbe esserci una svolta nella ricostruzione della dinamica dell’incidente in cui ha perso la vita Antonio Contestabile, 75enne di Celano, sulla Tiburtina ad Aielli, circa venti giorni fa. C’è infatti un testimone oculare che è già stato sentito dagli inquirenti.
Si tratta di un uomo che si trovava nell’auto che viaggiava dietro al mezzo di Franco Piccone, l’imprenditore di Celano alla guida del Suv che ha travolto l’auto guidata da Contestabile. L’uomo, tra l’altro, è una delle persone con cui Piccone si era intrattenuto pochi minuti prima dello schianto, in un bar che si trova a poche centinaia di metri dal punto in cui è avvenuto lo schianto.
Tutto quanto riportato dal testimone è stato già verbalizzato ed è finito nel fascicolo in cui è stato formulato il reato di omicidio stradale a carico di Franco Piccone, raggiunto in ospedale dai carabinieri della stazione di Collarmele, incaricati dalla procura di Avezzano per le indagini, da una misura cautelare che prevede gli arresti domiciliari.
Piccone, trasportato in ambulanza al pronto soccorso, subito dopo l’incidente è stato sottoposto ai controlli del caso ed è stato trovato positivo all’alcol e alla cocaina.
Ma misura è stata poi confermata dal gip del tribunale. Ora si trova a casa.
L’intera comunità di Celano si è stretta subito intorno alla famiglia di Contestabile, composta e discreta nel grave lutto. A far visita alla moglie e ai figli di Contestabile anche l’onorevole Filippo Piccone, fratello di Franco con alcuni suoi famigliari.
Franco Piccone è difeso dall’avvocato Antonio Milo. La moglie di Contestabile è assistita dai legali Mario Fammini e Ilaria Paletti, i figli da Domenicantonio Angeloni.
Lo schianto in cui è morto Contestabile, molto conosciuto in città perché titolare di un negozio in cui si vendono bici, ha fatto tornare in mente a molti il precedente di gennaio, sempre sulla Tiburtina, a pochi chilometri di distanza dall’altro, in cui ha perso la vita Sara Sforza, 24enne di Aielli, anch’ella con origini celanesi. In quel caso ad essere accusato di omicidio stradale è stato Ayoub Jarrar, 25enne marocchino, trovato positivo alla droga e all’alcol.
In quel caso intervennero con una nota alla stampa Matteo Salvini, Giorgia Meloni e altri esponenti dei loro partiti di riferimento, dalla Regione fino al governo locale. Gli interventi dei politici nazionali, in cui si chiedeva giustizia certa e immediata, scatenarono la furia dei social e una serie di interventi sulla stampa locale che per mesi hanno portato a un clima di odio e razzismo su cui poi arrivò come una manna dal cielo il commento della famiglia Sforza che chiese a tutti di abbassare i toni nel rispetto di una giovane vita spezzata e del dolore della famiglia.
Questa volta la mattanza social non c’è stata. Fortunatamente, questa volta, davanti all’ennesima tragedia sulle strade che si è portata via una vita, anche Facebook è rimasto in silenzio.