Andrea Di Cintio non ci sta e ci tiene a fare chiarezza e a ribadire la totale sicurezza di tutte le carni lavorate dalla sitta di famiglia, Euro-Cash. Delle presunte correlazioni tra rischio di contagio da Covid-19 e produzione di carne avevamo già parlato qualche tempo fa, anticipando un po’ i tempi (leggere qui). Dopo i numerosi casi degli Stati Uniti, ad accendere i riflettori (e le preoccupazioni) su questo fenomeno è stato il recente caso accaduto in Germania, dove si sono registrati “oltre 7o0 casi positivi di Coronavirus in una settimana tra i dipendenti di un mattatoio nella città tedesca di Guetersloh, nel Nord Reno-Westfalia. Le autorità, a seguito dello scoppio del focolaio, hanno messo preventivamente in quarantena circa 7mila persone, tra cui tutti i lavoratori dell’impianto, che ha temporaneamente sospeso la lavorazione, mentre tutte le scuole e i centri ricreativi della zona sono stati chiusi. Le autorità locali hanno inoltre chiesto, e ottenuto, l’intervento dei militari per effettuare tamponi a tappeto”(fonte Adnkronos).
“Come ho già avuto modo di dichiarare quando mi avete interpellato la prima volta“, dice Di Cintio, “i numerosi casi che stanno facendo tanto clamore non sono riconducibili ad una realtà come la nostra. I focolai di contagi si sono verificati in macelli di enormi dimensioni, con centinaia se non migliaia di dipendenti, con lavorazioni industriali spinte, dove pesa la difficoltà di mantenere elevati standard igienico-sanitari e l’alto turnover delle persone, che tra turni continui, entrano e escono da queste ‘fabbriche’ della carne”.
Da noi, come ho già spiegato, la situazione è totalmente diversa e sotto controllo: pur lavorando discreti quantitativi di carne, tutti i giorni, restiamo un’azienda a dimensione familiare. Conosciamo uno a uno tutti i nostri collaboratori, e ci assicuriamo che stiano bene e che lavorino in condizione sicure, e lo stesso facciamo con tutte le nostre carni, tracciate in tutta la filiera e sottoposte a decine di analisi preventive”.
“Inoltre, da quel che mi risulta, diversi scienziati autorevoli hanno già smentito che possa esservi una correlazione diretta tra la produzione – e il consumo – di carne, e la diffusione del virus. Si tratta di problemi legati all’ambiente di lavoro, e non alla carne in se. Mi dispiace che qualcuno, come sempre, approfittando della poca chiarezza delle informazioni, utilizzi queste notizie per combattere la propria battaglia personale (che rispetto, ma che, per ovvie ragioni, non condivido) contro il consumo di carni sane, certificate e gustose”.